COPPA ITALIA : BRA- ALESSANDRIA 1-1 – RANTIER: GOL DOPO 7 MINUTI – EGIDIO, PENSACI TU!
E va be’, questo pareggino (1-1) contro il Bra neo promosso e falcidiato da assenze importanti non ci voleva, quantomeno nel primo impegno stagionale dove contano i punti. O magari era proprio quello che ci voleva per riportare un po’ tutti con i piedi per terra e farci ricordare da una parte i soldi spesi per allestire questa squadra e dall’altra gli obiettivi di stagione fissati da Di Masi ufficialmente prima della partenza per il ritiro: arrivare primi nel nostro girone. E con quello che il presidente ha investito lo può, anzi, lo deve pretendere. Così come gli sportivi mandrogni hanno il diritto di chiedere ai giocatori e allo staff tecnico un campionato di eccellenza, sia per i risultati sia per la qualità del gioco, e dico qualità del gioco perché quella delle “giocate” è implicita vista i curricula e le caratteristiche di alcuni nuovi arrivi. Il vero problema sarà quello di poter riconoscere sul campo buona parte dei soldi spesi tenendo in debito conto pure che la Società Grigia, rispetto a molte avversarie, ha deciso di rinunciare ai vantaggi economici riconosciuti ai club che si attengono alla regola de “l’età media”. Il mister Notaristefano ieri a fine partita non ha lesinato critiche ai propri ragazzi ammettendo quindi implicitamente che aveva preparato una partita diversa e nell’occasione l’atteggiamento del collettivo non è stato corrispondente alle sue disposizioni. Purtroppo sembrerebbe che le cattive abitudini comportamentali in campo della stagione passata siano rimaste come fantasmi nello spogliatoio grigio e stiano influenzando la predisposizione agonistica anche dei nuovi arrivati. Dubito infatti che il buon Egidio consigli alle proprie mezze ali di stazionare a trenta metri dalle punte e di cercarle con lanci lunghi oppure, quando gli avversari sono in possesso della palla, arretrare davanti ai difensori e quelli a rinculare ulteriormente anziché andare ad aggredire il portatore di palla, concedendogli così lo spazio e la tranquillità per impostare, esattamente come ha fatto il centrocampo grigio domenica con Briano. E che dire della difesa “a tre” che, non appena gli avversari prendono palla a settanta metri dalla nostra porta, diventa una inutile muraglia cinese “a cinque” e non sempre i tre difensori centrali hanno l’organizzazione e la destrezza per “leggere” la situazione? In pratica la squadra vista domenica a Cuneo attacca male e si difende così così, giocando poco la palla e muovendosi con difficoltà e pigrizia senza palla. Le scusanti ci sono ma non possono essere solo quelle della mancanza del centravanti titolare o di essere incappati in un pomeriggio particolarmente sfortunato. Se poi qualcuno di lor signori pensa che le giocate sontuose di Taddei o Rantier risolvano tutti i problemi oppure che qualche sventagliata di 40 metri di Ferrini possa sostituire un impianto di gioco organico ed organizzato o, peggio, che i tre difensori aspettino placidamente piatti che gli attaccanti avversari consegnino loro supinamente la palla al limite dell’area di rigore, allora di strada ne facciamo poca. Abbiamo tutto il tempo per invertire la rotta e, guardandoci con attenzione la Juve della finale di Supercoppa che applica il nostro stesso modulo, capire che bisogna correre ed aggredire l’avversario senza tregua, non farlo giocare in tranquillità e portare i centrocampisti ad incunearsi fra le maglie dei difensori; di Pirlo, tanto per intenderci, ne basta uno in squadra e gli esterni non possono fare 70 metri di campo ad ogni azione per cui… Ma Notaristefano queste cose le sa bene, basta che i giocatori facciano quello che lui chiede, visto che non è certo la qualità a mancare. Non si chiede a questa squadra di asfaltare tutti ma di giocare un calcio moderno, propositivo ed efficiente.
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