Gabriello Mancini lascia la presidenza della Fondazione Monte dei Paschi di Siena dopo 12 anni
Siena – Gabriello Mancini esce di scena Dopo 12 anni trascorsi ai vertici della Fondazione Mps. In due ora di commiato l’ex presidente si è voluto togliere molti sassolini dalle scarpe con attacchi alle autorità di vigilanza, al Pd e al Comune amministrato da sempre dai comunisti. Ha precisato che la Fondazione può aver avuto colpe ma si tratta comunque di colpe collettive perché inserita in un sistema dal quale non poteva sottrarsi. Tra gli errori più gravi l’aumento di capitale del 2011 e l’acquisizione Antonveneta perché decisi su dati poi risultati falsi. Sull’aumento ha detto: “Se avessimo avuto dati veri probabilmente avremmo preso decisioni diverse” come dire che era circondato o da incompetenti o da volgari mentitori. Indubbiamente la Fondazione ha subito più di tutti un inganno, e ha fatto scelte su dati che poi si sono dimostrati falsi. Falsità, menzogne e gravi omissioni fino a giungere all’acquisizione di Antonvene: “Non mi sono opposto – ha detto Mancini – semplicemente perché non lo sapevo”. L’ex presidente non è stato enero neppure col sindaco comunista di Siena, Bruno Valentini, che ha detto che ci sono nuovi soci in vista per Mps: “Le cose prima si fanno poi si dicono – sottolinea Mancini – io avrei agito in modo diverso e sarei stato zitto”. Pressapochismo, ipocrisia, incompetenza, sono questi secondo il presidente uscente, gli ingredienti che hanno determinato il crac di Mps risanato, è sempre bene ricordarlo, con l’intero gettito dell’Imu del 2012 dal governo Monti. Mancini punta il dito contro tutto il Pd senese responsabili di molti errori nei confronti della Fondazione e dell’istituto di Rocca Salimbeni, a partire da come gli enti nominanti, Comune e Provincia, gestivano la Fondazione: “La gestivano come una municipalizzata”, ha detto.
Leave a Reply
Devi essere connesso per inviare un commento.