HA VINTO LA CIVILTÀ CONTRO LA BARBARIE
In questi torbidi ed inquietanti tempi un dato sicuramente positivo per tutti gli alessandrini. Nessuno escluso. Le orde fameliche dell’ignoranza e della stupidità che da sempre assediavano la nostra storica Cittadella si stanno ritirando dopo avere esaurito ogni riserva di inganni, truffe, menzogne, corruzione e falsità. Una volta tanto ha vinto la civiltà contro la barbarie. Invitiamo gli alessandrini a festeggiare senza però smettere di vigilare! Non si sa mai, è sempre possibile una controffensiva. È cominciato veramente, e non solo a parole, il recupero della nostra amata Cittadella. Alla valida azione volontaria di associazioni d’arma intente a ripulire fossati e camminamenti, si è unito il FAI allo scopo di eliminare la vegetazione infestante lasciata crescere per incuria e voluta trascuratezza sui tetti e sulle facciate degli edifici. Molto bene che ciò stia avvenendo senza spese per il Comune, ma con l’aiuto di un certo numero di detenuti gentilmente concessi dal locale carcere. L’impiego del lavoro di detenuti che agiscono liberi e senza custodia per lavori socialmente utili è antica e civile tradizione che fa onore ad Alessandria. Ad iniziarla fu il mitico Don Soria con ottimi risultati. Molto bene l’essersi rivolti alla Facoltà di agraria di Torino per risolvere il problema dell’alanto, una pianta tropicale cinese arrivata da noi circa un secolo fa con eccezionali capacità infestanti e riproduttive. Sicuramente si riuscirà ad estirparla definitivamente usando i moderni diserbanti di eccezionale efficienza. Molto bene che si sia mosso anche il Comune, concessionario dell’uso della Cittadella e totalmente responsabile di ciò che avviene al suo interno, mettendo a disposizione impalcature e macchinari pesanti indispensabili per interventi in sicurezza su tetti a molti metri di altezza. Molto bene che la Fondazione Cassa di Risparmio, nonostante le attuali ristrettezze, partecipi alla manutenzione della Cittadella contribuendo ad alcune spese assolutamente irrinunciabili come l’assicurazione infortuni per chi presta gratuitamente il proprio lavoro. Invece molto male, anzi malissimo, l’idea peregrina di fare pagare un ingresso in Cittadella a favore di questo e quell’altro che già attende con la bocca aperta nonchè istituire un balzello a favore del demanio in occasione di importanti manifestazioni. Come si sa, il denaro corrompe e divide mentre è importante restare uniti. È infatti molto confortante e stimolante lo spirito di partecipazione che sta crescendo ogni giorno che passa tra gli abitanti di Alessandria una volta presa coscienza di quanta cultura, quanta intelligenza e quanto lavoro dell’uomo siano coagulati nelle austere mura della nostra fortificazione. È lo stesso orgoglio collettivo dato dal possesso e dall’uso libero di un qualcosa di veramente bello ed importante che in passato ha permesso la costruzione delle grandi ed imponenti cattedrali, certo luoghi di culto, ma anche momenti di esibizione di ricchezza e potere cittadino. La dimensione della Cittadella, spalti compresi, è di circa 72 ettari. Ciò non deve nè preoccuparci nè intimorirci. Quando nel 1728 fu iniziata la sua costruzione, Alessandria faceva meno di 6000 abitanti, e tutto avvenne con il solo aiuto della forza dell’uomo e di qualche animale. I bastioni furono colmati con terra portata a secchielli a due per volta. Ed oggi sono a disposizione ben altri mezzi. E con quel che si è sprecato per rifare i due ponti sul Tanaro, criminalmente abbattuti, sarebbe stato possibile eseguire gran parte del restauro della Cittadella. Personalmente non possiamo che essere molto contenti di questo cammino di civiltà intrapreso da Alessandria. Della salvaguardia della Cittadella noi ne abbiamo fatto un impegno sociale che è durato quanto la nostra vita. Ed ha inizio nel lontanissimo 1968 quando, dopo una manifestazione, finimmo a casa del preside della Facoltà di architettura di Parigi che ci spiegò l’importanza e la bellezza di quel monumento storico. Da allora ne abbiamo parlato e scritto in ogni modo, fondato associazioni in sua difesa, pagato e diffuso a nostre spese cartoline per la sua salvaguardia. Ciò ci è certo costato un alto prezzo politico che ci ha portato a scontrarci con lo stesso partito in cui militavamo e per il cui giornale scrivevamo. Ma siamo contenti così. Se potessimo tornare indietro rifaremmo esattamente le stesse identiche cose. Una carica politica è sempre effimera come vapori nel vento e muore con il tramonto di chi la ricopre. La Cittadella di Alessandria rimarrà per sempre e nessuno potrà toglierci l’orgoglio di avere iniziato la sua salvaguardia.
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