CONTINUA L’ESPORTAZIONE ILLECITA DI AUTO RUBATE NELLA NOSTRA PROVINCIA MA I LADRI NON HANNO VITA FACILE. FERMATO UN RUMENO AL CONFINE UNGHERESE AL VOLANTE DI UN’AUTO RUBATA A OVADA (AL). IL COORDINAMENTO INTERPOL FUNZIONA.
Alessandria – Ancora un “ricettatore” fermato al confine con l’Ungheria al volate di un’auto rubata in Italia. I Carabinieri di Castellazzo Bormida (AL) hanno denunciato in stato di libertà per ricettazione un rumeno di 22 anni con precedenti di polizia, in Italia senza fissa dimora risultato essere almeno il ricettatore di un’autovettura rubata a Ovada (AL) a marzo ad un uomo di 49 anni residente a Castellazzo Bormida. Il rumeno è stato fermato dalla polizia di frontiera ungherese mentre tentava di entrare in quel paese al volante dell’auto rubata che era subito posta sotto sequestro. È solo uno dei tanti episodi di “esportazione” di auto rubate nel nostro Paese. Quelle di lusso imboccano la strada dei Balcani. Quelle familiari fanno rotta verso sud, in Africa soprattutto. Ma molte auto rubate da bande criminali internazionali arrivano anche in Spagna e Grecia. Oppure in Italia, come l’Aston Martin di un imprenditore di Zurigo ritrovata in un garage dell’Emilia Romagna, grazie alle indagini e alle banche dati consultate dagli agenti che lavorano al Centro di Cooperazione di Polizia di Chiasso. Dal rapporto del lavoro svolto da Frontex, il coordinamento tra le polizie europee che vigilano alle frontiere, si viene a sapere che ogni destinazione, ogni “zona di ricettazione”, ha le sue preferenze. C’è chi predilige le Bmw, chi le Mercedes e chi le Volkswagen. Ma è soprattutto la vettura di lusso quella più richiesta. Per fortuna stavolta il ricettatore tentava di esportare l’auto rubata mentre era al volante dell’auto stessa, perché se una macchina viene caricata su un camion che si imbarca per l’Africa il più delle volte le si può dire addio. Molti ladri, poi, usano altri trucchi. Come la coppia di albanesi fermata nella provincia di Lecco tempo fa con diverse targhe svizzere pronte per essere montate nelle vetture rubate. Per fortuna il numero di auto rubate è in diminuzione grazie anche all’incrocio di informazioni e alla collaborazione sempre più stretta tra i diversi corpi di polizia, nonché alla banca dati dei veicoli rubati. Ma i ladri non demordono e cambiano le tecniche per passare la dogana. Così, si cambiano pezzi, si modificano telai, si falsificano documenti con sistemi sempre più sofisticati. Ultimamente, le bande dei Balcani occidentali si stanno specializzando sempre più verso modelli di standard medio alto. Che riescono a introdurre anche in Francia. In Turchia, invece, finiscono Porsche e Lamborghini, portate – come è stato scoperto – non solo con gli autoarticolati, ma, come stavolta, anche con singoli viaggi. Non è sempre facile intercettare i ladri perché le rotte delle auto rubate, come hanno spiegato gli esperti del Frontex, mutano rapidamente. L’anno scorso, ad esempio, le “zone calde” erano quelle tra Polonia e Ucraina, mentre le auto di media cilindrata risultavano rubate soprattutto in Spagna, Italia e Francia. Il territorio svizzero, invece, nelle rotte internazionali delle macchine rubate, è spesso una tappa obbligata di passaggio verso il sud. Molte volte le forze dell’ordine girano le informazioni alle forze dell’ordine nei porti di Genova e Ancona, dove i camion con le vetture rubate vengono imbarcati per l’Africa.
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