di Guido Beltrame
Milano – Due notizie, in ambito fiscale, hanno tenuto banco nel fine settimana: le nuove agevolazioni o le proroghe dei bonus casa da un lato e i redditi molto bassi dei gioiellieri dall’altro. Da un lato il Governo cerca misure per rilanciare alcuni consumi delle famiglie dall’altro i contribuenti continuano, sembrerebbe, a fare i furbetti. Ma, come sempre, non bisogna fermarsi alla apparenze. Per quanto concerne i bonus si auspica che le disposizioni che attueranno una simile iniziativa, non siano portatrici di nuovi incombenti adempimenti burocratici, e che la difficoltà di fruizione di tali agevolazioni non diventi un freno al loro effettivo utilizzo. Nei controlli futuri, poi, ci si augura che i funzionari dell’Agenzia delle Entrate siano portati a guardare gli aspetti sostanziali delle ristrutturazioni e non quelli formali.
A Milano un contribuente si è visto rifiutare il riconoscimento del beneficio del 36% perché, nell’inviare la comunicazione al centro operativo di Pescara, per errore ha scritto in calce al modulo 2007 anziché 2009 (la raccomandata è partita nel 2009). Il centro operativo di Pescara l’ha accettata senza battere ciglio il più che pignolo funzionario dell’ufficio di Milano 1 ha riscontrato una incongruenza di data e disconosciuto, si ignora in base a quale norma, il beneficio. Risultato: ci si appresta al contenzioso che, non dimentichiamolo mai, pesa sulle tasche di noi tutti. Per quanto concerne i redditi dei gioiellieri, non è notizia di oggi che in Italia l’evasione fiscale sia alta, ma è notizia di questi ultimi anni di come la crisi stia mettendo in ginocchio tutte le imprese con consumi, da tempo, ormai al di sotto del livello di guardia.
Le medie, poi, sono abbassate pesantemente da alcune ben definite zone d’Italia e questa non è una novità (sarebbe interessante sapere quali azioni specifiche sono state attuate in quelle zone), ma la dimostrazione che i tanto declamati blitz della Guardia di Finanza non hanno prodotto molti frutti se nulla è cambiato. E non hanno prodotto frutti, principalmente, proprio perché sono stati dei blitz, manovre estemporanee in un contesto di incapacità concreta nel fronteggiare l’evasione fiscale o ancora, più precisamente, interventi sporadici per creare scalpore e fare notizia. Ma l’evasione non la si combatte né con le notizie dei blitz né con le notizie dei risultati delle dichiarazioni.
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