Roma – La combustione c’è, qualcosa brucia lo stesso e il fumo che ne esce non è il massimo della salubrità. Per questo motivo sono sempre di più quelli che dicono che le sigarette elettroniche, anche quelle senza nicotina, non sono sicure e quindi vanno sottoposte alle regole e ai controlli di sicurezza dei farmaci. L’autorevole parere è stato espresso dall’Aifa, l’Agenzia ministeriale del farmaco, in sostanza il Ministero della Salute. L’equazione e-sigaretta uguale medicinale significherebbe infatti vendita esclusiva nelle farmacie e controlli molto più severi. Ma anche quel 10, 15% di fumatori convertito oramai ai vapori dai più svariati aromi dormirà sonni meno tranquilli sapendo che l’Aifa ha detto a chiare lettere che dai controlli effettuati la quantità di nicotina presente nelle ricariche è spesso diversa da quella dichiarata e che la combustione può liberare sostanze nocive anche per chi svapa facendo a meno della stessa nicotina. Per ora il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, non si sbilancia: “Aspettiamo il parere del Consiglio superiore di sanità che per noi è come la Cassazione”, dice. Aggiungendo però che “il valore principale è la tutela della salute, poi si tratterà di controbilanciare da un lato la migliore disciplina di mercato in base alle percentuali di nicotina e dall’altro la libertà delle persone”. Stabilito che occorre fare chiarezza sulla quantità di nicotina che inaliamo, l’Aifa lancia però l’allarme anche sulla qualità delle e-sigarette. Questo perché le sostanze inalate variano non solo in base al liquido inserito ma anche alla composizione del materiale plastico e alla temperatura raggiunta dal dispositivo. Con la combustione prodotti chimici contenuti nella plastica, che possono avere effetti tossici nell’apparato genitale maschile oltre che in fegato, reni e polmoni, penetrano negli alveoli polmonari raggiungendo diversi livelli di profondità.
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