ENRICO BONDI, L’UOMO DEL RISANAMENTO, VERSO LA NOMINA GOVERNATIVA A COMMISSARIO STRAORDINARIO DELL’ILVA CON LA GARANZIA CHE NON SARANNO CHIUSI GLI IMPIANTI E CHE SARÀ GARANTITA LA PRODUZIONE
Alessandria – Il sequestro di 8,1 miliardi disposto dalla Gip Patrizia Todisco nei confronti dell’Ilva, ha mandato in fibrillazione un po’ tutti, dalla stessa dirigenza del gruppo siderurgico, ai lavoratori dell’intero gruppo (circa 40.000), ai sindacati, alle forze politiche con particolare riferimento al governo. Il timore è che se si ferma un’azienda di questo tipo, si può dire addio a tutta l’industria siderurgica con problemi anche per l’industria meccanica. Quando la situazione è al calor bianco, da un po’ di tempo a questa parte, si ricorre al commissario di ferro Enrico Bondi. Uomo vicino a Berlusconi, Enrico Bondi (che non è Sandro Bondi) si è occupato sia del recupero della Montedison che, in qualità di commissario straordinario, dell’amministrazione straordinaria speciale per il risanamento della Parmalat e delle altre società del Gruppo in seguito al crac del 2003. Dopo la recente nomina (13 aprile 2013) ad amministratore delegato di Ilva Spa decisa dal Consiglio di amministrazione della società, con Bruno Ferrante confermato presidente, ora la nomina a commissario straordinario per il manager toscano sarebbe da parte del ministro Zanonato. Sarà un commissario ad acta che tenterà di portare fuori dalle secche il colosso della siderurgia italiana. Il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, è in attesa della seconda relazione trimestrale dei tecnici dell’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che hanno il compito di verificare il livello di attuazione dell’Aia, l’Autorizzazione integrale ambientale. Il rapporto dovrebbe essere consegnato il primo giugno e dalle prime indiscrezioni che emergono il quadro sarà ancora più compromesso rispetto alla prima relazione trimestrale. Il garante per l’attuazione dell’Aia, Vitaliano Esposito, non si sbilancia. Annota che nelle prime verifiche «era emerso un quadro diverso, con opere attuate nel rispetto dei tempi, altre invece erano in corso di realizzazione e infine vi erano anche ritardi ingiustificati nell’iniziare i lavori programmati». Come con la copertura del treno nastri dei minerali. Tant’è che in queste ore è partita una nota al prefetto, «per le iniziative sanzionatorie». Nel provvedimento di sequestro equivalente di 8,1 miliardi di euro, il gip Patrizia Todisco ha riportato un passaggio del rapporto dell’Ispra del 21 marzo, a proposito dell’adeguamento dei lavori dell’Aia: «In ordine agli interventi di adeguamento impiantistico, le criticità riguardano oltre il treno nastri, l’area di carico e scarico dei materiali, i parchi deposito dei materiali, nonchè taluni edifici asserviti alla produzione». Secondo i rappresentanti sindacali in fabbrica, in queste ultime settimane, il quadro dei lavori non è migliorato. È stato spento l’Altoforno 1 ma nulla è poi stato fatto. Come pure è ancora da partire il rifacimento delle batterie 3, 4, 5, 6 della cokeria. E dove sono iniziati i lavori di rifacimento della batteria 9, si è purtroppo registrato un incidente mortale sul lavoro. Per mettere in regola dal punto di vista ambientale il colossale complesso di Taranto, in base al decreto dell’ex ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, occorrono 5 miliardi, di cui 3 nel prossimo triennio. Soldi che non sono disponibili nelle risorse attuali del gruppo, che deve sostenere altri investimenti. Occorre, dunque, un aumento di capitale di cui l’83% è a carico dei Riva. In teoria, potrebbe essere finanziato con i beni sequestrati, se non saranno “prenotati” dal Tribunale di Milano, il cui decreto ingiuntivo è anteriore a quello tarantino. A Novi c’è molta attesa per gi sviluppi che possono nascere dai vari incontri in programma fra oggi e domani tra le parti ed il governo. “I lavoratori sono in ansia – ci ha detto Massimiliano Repetto della Fiom Cgil – anche se sono fiduciosi sul fatto che nessuno vuole mettere a repentaglio i posti di lavoro. Dopo l’incontro di oggi al ministero – a detto ancora Repetto – saranno convocate le parti sociali e si saprà finalmente quali saranno le decisoni che si intendono prendere”. La soluzione più apprezzata pare sia proprio il “commissariamento” da parte del governo con la nomina di Enrico Bondi a commissario straordinario. Domani ci sarà il summit dell’esecutivo, con il premier Enrico Letta e il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando. Obiettivo, come spiegato da Zanonato, è salvare il colosso siderurgico e, naturalmente, tutti i 40.000 posti di lavoro.
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