I COMMISSARI METTONO ALL’ANGOLO LA GIUNTA DI RITA ROSSA E IN UN COMUNICATO STAMPA PUNTANO IL DITO SU UNA SERIE DI INCONGRUENZE DOVUTE ALL’ECCESSIVA PROPENSIONE DI CERTI DIRIGENTI A FARE DEBITI
di Andrea Guenna
Alessandria – Se ancora vi fossero stati dei dubbi sull’inettitudine degli attuali pubblici amministratori comunali, sono svaniti in virtù del comunicato stampa diramato dal Comune (signora Inetti lei i comunicati non ce li manda mai, ma noi, per ora, riusciamo ad averli lo stesso) ma scritto dall’organo straordinario di liquidazione (i tre commissari governativi) e firmato dal presidente dottor Giuseppe Zarcone. Nel documento si legge innanzi tutto che è stato istruito circa un terzo delle pratiche giacenti, per cui, se la matematica non è un’opinione, di questo passo la chiusura della liquidazione non sarà nel 2014, come previsto, ma nel 2015. Non è finita perché dal documento si viene anche a sapere che i famigerati 216 milioni di debito tanto strombazzati dalla strillante sindaca Rita Rossa sono più o meno la metà (il capo dei commissari parla di importo “sensibilmente ridimensionato”) e, a questo proposito, la cosa più interessante è che i commissari – di cui non c’è motivo di dubitare – tramite il loro presidente affermano che buona parte di essi sono stati fatti “fuori bilancio”, il che vuol dire che sono stati fatti dai dirigenti. Bisogna infatti sapere che non tutti i soldi che escono dal Comune sono decisi dalla Giunta e dalla maggioranza, perché una parte di essi è decisa dai dirigenti, soprattutto da chi gestisce i lavori pubblici. Cosa succede? Succede che il dirigente Tizio decide di fare manutenzione a un ponte che non c’è più – come i soldi che non ci sono – e, d’accordo col ragioniere capo Caio, emette una determina per la manutenzione straordinaria con pagamenti fuori bilancio, il che vuol dire che il costo di quei lavori sarà inserito nel bilancio successivo. I politici, nel momento in cui si accorgono di quelle cifre a bilancio, non possono rifiutarsi di pagare, innanzi tutto perché i lavori sono già finiti o in corso d’opera, quindi perché la gestione di quei soldi rientra legittimamente nelle competenze dei dirigenti stessi. Buona parte del debito – ancorché ridimensionato – del Comune di Alessandria, è dovuto a quelle spese fuori bilancio. Ma non basta ancora perché, sempre dall’interessantissimo e provvidenziale comunicato dell’OSL, si evince come, per poter procedere al pagamento dei debiti è necessario che il bilancio del Comune sia stabilmente riequilibrato per consentire legittimamente i necessari flussi contabili a favore dei commissari, della serie: i debiti si pagano comunque, anche se si fallisce. A questo proposito i commissari scrivono testualmente: “Prima di avviare la dismissione del patrimonio (…) l’OSL proporrà alla Giunta Comunale la cosiddetta procedura semplificata. Se l’Amministrazione intenderà accettare dovrà mettere a disposizione le necessarie risorse per offrire ai creditori il pagamento di una somma variabile tra il 40 ed il 60 per cento del debito. La proposta di procedura semplificata non è stata ancora formalizzata in attesa dell’approvazione del bilancio 2012 stabilmente riequilibrato. È noto – si legge ancora nel comunicato – che il Consiglio Comunale ha approvato l’ipotesi di bilancio suddetta in ordine alla quale il Ministero dell’Interno ha formulato numerose osservazioni”. E qui casca l’asino, anzi, cascano gli asini, perché Mago Zac & C. dovrebbero sapere che in un bilancio, a qualsiasi titolo ed a qualsiasi livello, le cifre imputate devono avere un documento di certificazione che ne attesti la veridicità: una fattura, un bonifico, una tassa da riscuotere, un’imposta, un assegno, una bolletta e così via. Quel credito, che “spannometricamente” ammonta a circa 20 milioni e non a 32, è frutto di un’ipotesi empirica, d’una percentuale tirata fuori dal cilindro da Mago Zac, ovvero dal nulla, non si sa in base a quali calcoli. E, nonostante tutto, anche se l’OSL accettasse di darglieli, Zaccone non potrebbe dimostrare che il bilancio 2012 è stabilmente riequilibrato perché quei milioni rappresentano un’entrata una tantum, mentre per raggiungere la stabilità del bilancio occorrono importi ripetibili ogni anno per tutta la legislatura. Inoltre, se quella cifra non è certa adesso, appunto perché Zaccone ipotizza una percentuale della somma pagata dal Comune nella primavera scorsa, come faceva ad esserla l’anno scorso, cioè il 2012 cui si riferisce il bilancio in oggetto? Non è finita perché l’OSL aggiunge che, se dovesse pagare quel debito milionario al Comune, si correrebbe il rischio di dover “lavorare alcuni anni per reperire una massa attiva appena sufficiente a coprire il credito del Comune, senza riuscire a trovare altre risorse da destinare agli altri creditori”. Non sembra esserci via d’uscita anche perché, per riequilibrare il bilancio occorre mettere all’attivo cifre ripetibili in partita corrente, cioè in gran parte quelle riscosse da Equitalia. Ma Equitalia dal 1° luglio, per legge, non potrà più incassare importi attribuibili al Comune che, avendo liquidato Altri (Alessandria Tributi), la partecipata prevista da Vandone nel 2009 per subentrare alla stessa Equitalia, non potranno essere incassati subito.
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