Domenica 5 maggio 2013, e anche la prossima del 9 giugno e chissà quante altre ancora, è stato proibito nella sola Milano l’uso dell’automobile dalle 10 alle 18 in tutto il territorio cittadino. Le inossidabili Giunte Milanesi Albertini-Moratti, che hanno preceduto l’attuale Giunta Pisapia, di segno politico opposto ma di consistenza invariata, introdussero, in seguito a interminabili sedute a Palazzo Marino per studiare soluzioni scientifiche ai problemi di traffico e ambiente, l’originale trovata delle “domeniche a piedi per riappropriarsi della città e liberarla dall’inquinamento e dal frastuono del traffico”. Non è una loro invenzione: l’appiedamento dei Milanesi (e dei Lombardi) o le famigerate “targhe alterne” (che fecero impennare il numero di immatricolazioni a Novara o nel Canton Ticino) sono ridicole trovate vecchie quanto l’(altrettanto ridicolo) ambientalismo-fai-da-te dei primi anni 1970, quando ci raccontarono che il petrolio ci stesse dando le sue ultime gocce: già 40 anni fa! E di petrolio ce n’è ancora oggi da buttar via. Tuttavia dal ’70 a oggi, constatato che il mancato uso della macchina non diminuisce di un solo microgrammo (al metro cubo) l’inquinamento, né riduce sensibilmente il consumo di benzina, aumentando anzi insopportabilmente il traffico del sabato, dovuto a chi riesce a fare faticosamente di sabato ciò che non potrà fare di domenica, come la spesa nei supermercati ormai aperti, o la visita a un parente all’ospedale, o recarsi a messa o al cimitero, o altre incombenze che nessun sindaco avrebbe il diritto di impedire, si è cercato di nobilitare il concetto di appiedamento forzoso escogitando motivazioni sociologiche, la più balzana e offensiva delle quali è “la responsabilità da parte delle “Autorità” di “educare” i propri sottoposti (non più “concittadini” con pari diritti) ad un differente stile di vita”. La libertà di usare un mezzo di trasporto comodo, acquistato con pesanti sacrifici e abbondantemente tassato, potrebbe essere sacrificata quando c’è di mezzo “la salute”, specialmente quella dei bambini, che entrano sempre in ballo per troncare ogni discussione! Ma si è dimostrato che l’inquinamento che farebbe male alla salute non migliora e così la proibizione dell’uso di un mezzo che non danneggia altri cittadini è un vero sopruso e abuso di potere, in termini penali. A quando un avvocato o un’associazione dei consumatori che si accolleranno il lodevole onere di presentare le dovute denunce? E poi, lo “stile di vita” lo vorrebbero insegnare i più turpi personaggi fino ad ora conosciuti in Italia, cioè i “politici di professione”, che in vita loro non hanno mai svolto un lavoro manuale e di solito neanche intellettuale, e che per questo non sono mai entrati in contatto con le “persone normali” confrontandosi con le loro esigenze di vita quotidiana; i politici, ora anche Grillini! che pensano prima di tutto ai propri emolumenti e al proprio benessere (sedute di fitness comprese) a spese dei cittadini e poi si impegnano ad elemosinare fondi presso il Governo Nazionale o quello Europeo, comunicando senza ritegno ai loro sottoposti che devono rassegnarsi alle rinunce perché tali fondi “non sono stati concessi”.
Ma la scorsa domenica era “speciale”, perché non coincideva solo con la “Giornata Mondiale della Bicicletta” (a quando la giornata della canna da pesca, per esempio, o del WC? “appropriamoci per un giorno del nostro WC!”!), ma anche con la “Festa della Mamma”; e fu così che i giornali milanesi del giovedì precedente accettarono per la prima volta un paio di lettere di protesta che lamentavano l’impossibilità dei figli lontani di andare a trovare le vecchie madri di Milano e di festeggiare magari al ristorante tutti in famiglia la “Giornata della Mamma”. E qui comincia la mia indignazione, perché, anziché testimoniare la sensibilità e l’affetto dei Milanesi, tali lettere implicavano: che si stesse in compagnia della mamma solo un giorno prestabilito all’anno, e che si accettassero le istanze dei ristoratori che non perdono occasione per lamentare la fuga di clienti da spennare. Il giorno seguente (venerdì) un’intera pagina era dedicata a lettere e articoli sullo stesso tono essenzialmente commerciale, mentre andò cestinata la mia protesta formulata come segue: “….Tenuto conto che le Mamme (e specialmente quelle anziane) non devono essere lasciate sole neanche le altre 51 domeniche, vi chiedo….di accettare anche il mio… reclamo, che riguarda tutti i giorni dell’anno, e non solo l’abbandono delle Mamme, ma anche quello dei Papà e dei Nonni, e, perché no, anche degli Zii e Zie, visto che io son uno di questi! L’obbligo di bloccare in casa gli anziani da soli vale come abbandono di disabile e addirittura tentato omicidio! I “geni” che sostengono queste disumane iniziative si ravvedano e si decidano a considerare le condizioni di vita dei meno sani e meno fortunati di loro, che invece si comportano, diciamolo, da cinici aguzzini…”. Quello stesso giorno la giornalista-poetessa del Corriere, l’italo-tedesca Sibylle Abstoss affermava, fuori tema, nella rubrica di S. Romano, con l’inaudito cinismo femminile che le è proprio, che “…i bambini mal educati [dalle mamme festeggiate] sono più nocivi delle zecche dei cani…”. Anche la mia reazione a tale mostruosità è stata democraticamente cestinata dalla redazione del Corriere della Sera che non si rende conto delle scellerate a cui concede la parola.
Il lunedì il giornale dei Milanesi riportava le reazioni soddisfatte delle Autorità: “meno trasgressioni significano che il processo di educazione al nuovo stile procede con successo”. Ma oggi una nonna, rimpiangendo l’ex-sindaco Tognoli, scriveva di aver lasciato Milano la mattina presto, rientrando alla sera per non assistere all’ipocrisia dei Milanesi beati che invece di andare a prendere l’aria fresca in campagna hanno intasato con le loro zigzaganti bici la città (era stato abolito anche l’ingresso gratuito ai musei e non si sa se l’affluenza è risultata pari a quella delle altre volte). A proposito di Tognoli, ci ha regalato due ottimi articoli lunedì e mercoledì nei quali critica il funzionamento dei mezzi pubblici (che vengono sempre meno curati, anziché potenziati, in queste particolari giornate) e auspica il ripensamento di questi provvedimenti DEL TUTTO INUTILI. Naturalmente la pronta risposta delle Autorità è stata che tutto è andato perfino meglio del previsto e che nessuno modificherà niente. L’Azienda Tramviaria, cifre alla mano, dimostra che ha fornito il (dis)servizio pattuito col Comune e non si discuta oltre!
In conclusione: neanche questa Giunta, tanto “sospirata”, come dicono i numeri delle elezioni, dai Milanesi, sa affrontare con idee nuove ed efficaci i problemi del traffico, e tanto meno dell’inquinamento, e nel frattempo, certa di aver garantito la sicurezza della città, tollera che vengano massacrate a picconate ben tre persone in un’ora e a due passi (questo nessuno l’ha scritto!) dalla sede della Polizia Municipale della Zona 9 (via Passerini), dove alle sei del mattino, e possibilmente anche prima, uno si aspetterebbe un certo movimento di agenti che prendono servizio o che smontano (e invece, a strage avvenuta, sono intervenuti per primi i carabinieri alle 6,34); e si ha il coraggio (per esempio con lo psicologo V. Andreoli) di incolpare i cittadini presenti alle 5,30 (!), che non avrebbero avvertito subito le forze dell’ordine per paura di ritorsioni o per puro cinismo! Chissà se per rieducare questi distratti Milanesi non si penserà di organizzare finte risse notturne con ricchi premi ai primi che avvertiranno polizia o carabinieri!
Ancora a riprova dell’efficienza e operosità delle Autorità Milanesi, oggi, dopo innumerevoli fatti di sangue e di pazzia recenti, si riprende in esame l’utilizzo di militari, ma non in “ronde”, bensì in “postazioni fisse”. E ieri, 14 maggio, dopo una laboriosa seduta, si è deciso il nuovo nome, ma non l’assetto, da dare all’ALER (le sempre più cadenti “Case Popolari”), che si chiamerà ALPE, evocando i magnifici paesaggi del Nord Italia! I buontemponi!
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