La Stampa di Torino e l’alessandrina Radio Gold, vista l’incapacità degli eletti di risolvere i problemi della città, chiedono agli elettori di dare un democratico aiuto con loro proposte di governo. Benchè sia palese il rischio di stare a curare un morto, vale la pena di tentare anche questo estremo salvifico esorcismo che ricorda l’orchestra del Titanic che continuò a suonare mentre la nave affondava. In ogni caso per bizzarre ed inusitate che saranno le proposte scaturite dal basso per risolvere la crisi, saranno sempre più logiche e razionali di quelle recentemente fatte ufficialmente da alcuni personaggi di governo. Si parte dall’ex ministro dell’ambiente Clini ed al suo invito agli italiani di “cambiarsi le mutande ogni 4 giorni” (sic!) per risparmiare l’acqua, neanche fossimo in pieno deserto, alla neoeletta Presidente della Camera che, proprio in data 3 maggio, ufficialmente giorno mondiale della libertà d’informazione, ha chiesto di censurare twitter avendone ricevuto alcuni banalissimi insulti da parte dei soliti stupidi che non mancano mai in questi casi, al nostro Balduzzi, ex ministro della sanità, che per dare una illusoria speranza a chi soffre ha proposto di permettere l’uso di farmaci non sperimentati aprendo così la strada a ciarlatani, truffatori, cialtroni ed incoscienti di ogni genere e tipo, provocando la comprensibile indignazione dell’intero universo scientifico mondiale nonchè dei Premi Nobel e delle più prestigiose riviste del pianeta. Ci spiace dover dire queste cose che riguardano personaggi politici che avevamo seguito con speranza e simpatia. Detto questo, sia concesso anche alla nostra modestissima penna di partecipare al gioco di “Salva Alessandria” con la riscrittura in chiave aggiornata e moderna di una nota parabola evangelica. Il tutto non perchè in un momento di improvvido delirio di grandezza crediamo di essere diventati il quinto evangelista, ma per cercare di dare il nostro piccolissimo contributo in modo semplice e comprensibile a tutti.
Un pastore possedeva un grande gregge. Un giorno una pecorella si smarrì. Il buon pastore, lasciato il suo gregge, andò a cercarla. Camminò a lungo, chiamandola, per monti, valli, pianure. Alla fine la ritrovò e la riportò all’ovile. Ma durante la sua assenza alcune pecore erano state dilaniate dai lupi, altre si erano prese la rogna, altre ancora erano state rubate. Ma il buon pastore non si perse d’animo e lavorando e risparmiando duramente ricostituì il suo gregge. Tutto procedeva per il meglio, con i soliti alti e bassi di tutte le greggi del mondo, quando la pecorella si smarrì nuovamente. Allora il pastore, buono ma non ciula, disse: “Brutta schifosa di una pecorella, credi di poter continuare a fare gli affaracci tuoi? Mangiaerba a tradimento! Che i lupi ti sbranino al più presto!”
E così avvenne. Il pastore in breve si dimenticò della pecorella dedicandosi serenamente al suo gregge che gli permetteva di vivere assai bene.
Lo stesso concetto che abbiamo cercato di esprimere con questa rivisitata parabola è ripreso anche da Clausewitz, il più famoso degli esperti di strategia militare, il quale sostiene che quando si vuole difendere tutto alla fine non si riesce a difendere nulla. Ma nei momenti di crisi bisogna concentrare le proprie forze per cercare di salvare il salvabile. In Alessandria le cose da salvare sono molto poche. Primissima di tutte l’ospedale, per il momento ancora uno dei migliori d’Italia, che sarebbe criminale trasferire altrove al solo vantaggio dei pochi noti che hanno portato la città al dissesto nonchè la Cittadella, unica struttura di importanza europea conosciuta in tutto il mondo che, se gestita con intelligenza assieme alle altre grandi strutture militari oggi abbandonate per ignoranza ed incapacità amministrativa, potrebbero costituire un autentico richiamo turistico ed economico. A questi bisognerebbe aggiungere la Biblioteca attorno a cui dovrebbe gravitare l’intera vita culturale della città, come del resto avviene in tutte le altre città del mondo. Si fa notare che la cultura è la base e la guida di qualsiasi società in qualsiasi epoca storica. Sono anni che Alessandria manca da parte dell’ente pubblico di qualsiasi indicazione di tipo culturale ed i risultati ,simili a quelli di un cieco che vagola a tentoni nelle tenebre, sono visibili a tutti.
Ritorneremo su questi argomenti nei prossimi articoli.
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