MENTRE LA BARCA VA NEGLI SCOGLI, RITA ROSSA E MAGO ZAC, INVECE DI AMMINISTRARE SERIAMENTE, LE STUDIANO TUTTE, CON CIFRE IPOTETICHE DA METTERE A BILANCIO, TAVOLI INTERMINISTERIALI, DECRETI LEGGE PRO ALESSANDRIA
di Andrea Guenna
Alessandria – Mala tempora currunt per il Comune di Alessandria, senz’altro peggiori del previsto. Innanzi tutto perché a giugno mancherà il gettito dell’IMU (una quindicina di milioni abbondanti) poi perché, nonostante le solite notizie strampalate pubblicate da qualcuno (sempre lui), a bilancio non si potrà assolutamente inserire nulla di quei venti milioni (circa) chiesti ai commissari per pareggiare i conti del 2012. Vediamo perché. In un bilancio, a qualsiasi titolo ed a qualsiasi livello, le cifre imputate devono avere un documento di certificazione che ne attesti la veridicità: una fattura, un bonifico, una tassa da riscuotere, un’imposta, un assegno, una bolletta e così via. Quei 20 milioni sono invece un’ipotesi empirica, percentuale scovata da Zaccone, non si sa in base a quali calcoli, su una somma che aveva pagato il Comune (Giunta Fabbio) per saldi inerenti il 2011 e che invece avrebbe dovuto pagare l’Organo Straordinario di Liquidazione (quando Ansaldi ha pagato non immaginava minimamente che ci sarebbe stato il dissesto) per competenza. Ecco perché Mago Zac è convinto di avere diritto a quei soldi. Ma anche se l’OSL accettasse di darglieli, Zaccone non potrebbe dimostrare che il bilancio 2012 è stabilmente riequilibrato perché quei milioni (una ventina) rappresentano un’entrata una tantum, mentre per raggiungere la stabilità del bilancio occorrono importi ripetibili ogni anno per tutta la legislatura. Inoltre, se quella cifra non è certa adesso, appunto perché Zaccone ipotizza una percentuale della somma pagata dal Comune la primavera scorsa, come faceva ad essere certa l’anno scorso, cioè il 2012, proprio l’anno cui si riferisce il bilancio in oggetto? Cosa facciamo, bilanci spannometrici, alla Mago Zurlì? Con somme ipotetiche, previsioni più o meno strampalate, ipotesi di ogni genere? E questa sarebbe la contabilità di un ente pubblico importante come il Comune di Alessandria? Ma non è finita perché la sindaca continua a ripetere con ossessione due cose (le ripete sempre anche da Santoro che la ospita): il tavolo interministeriale per Alessandria e la proposta del Ministero degli Interni per cambiare con decreto alcuni articoli del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL) che non le piacciono, al fine di allungare i tempi di riequilibrio di bilancio (si dice in tre anni). Entrambe sembrano pie illusioni, innanzi tutto perché il governo ha ben altri e più gravi problemi da risolvere rispetto al dissesto di Alessandria, quindi perché il ministero degli interni, retto da un galantuomo come l’avvocato Angelino Alfano, si sta preoccupando del problema dell’ordine pubblico nazionale in una situazione che è simile ad una pentola a pressione in procinto di esplodere. Non è il momento, ora, di stressare con problemi – gravi fin che si vuole come la situazione di Alessandria – che possono essere archiviati in tempi brevissimi e con estrema semplicità inviando un commissario prefettizio e mandando a casa consiglio comunale, giunta e sindaca. Molto probabilmente finirà proprio così.
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