VICINO AL CENTRO DI QUARGNENTO C’È UNA FILIALE DELLA LIQUIGAS CON CISTERNE PIENE DI GPL, IL GAS-KILLER RESPONSABILE DI AUTENTICI DISASTRI COME QUELLO DI VIAREGGIO DEL 2009. CLICCA QUI: http://www.youtube.com/watch?v=qqGMEBBygEU
di Andrea Guenna
Quargnento (AL) – Ogni tanto scoppia una bombola di gas, vuoi in un appartamento, vuoi in un mercato all’aperto, vuoi in una casa isolata, e quasi sempre ci scappa il morto, o i morti. Quel gas che scoppia non è metano che è oggi il combustibile più pulito, più sicuro ed economico che esista (ma questo i petrolieri non vogliono che si sappia perché non lo vendono loro), gas naturale che arriva dentro un tubo direttamente dal giacimento. No quel gas-killer non è un gas naturale perché è derivato dal petrolio (e lo vendono proprio i petrolieri…, ma va?) e si chiama Gpl (gas petrolio liquefatto). È pericolosissimo, scoppia facilmente perché ristagna in caso di perdita in quanto è più pesante dell’aria, mentre il metano, in caso di perdita, si volatilizza perché più leggero dell’aria. A Quargnento, in zona industriale, a meno di 500 metri (in linea d’aria) dal centro abitato e dal campo di calcio molto frequentato, c’è un deposito della Liquigas con cisterne da parecchie tonnellate piene di Gpl. In caso di perdita non osiamo pensare cosa possa succedere, ma ci ricordiamo cosa è successo a Viareggio nel 2009. Una strage causata proprio da gas-killer, il Gpl: 33 morti e 25 feriti anche gravissimi. Erano le 23,48 del 29 giugno e per la fuoriuscita di gas da una cisterna piena di Gpl che si era perforata a causa del deragliamento del treno in stazione per cause probabilmente legate al cedimento del carrello del primo carro cisterna che ha trascinato fuori dai binari altri quattro carri, è divampato un incendio dalle dimensioni apocalittiche che ha interessato l’intero centro abitato intorno alla stazione ferroviaria per un raggio di circa un chilometro. Il Gpl al solo contatto con l’ossigeno esterno ed alla prima possibilità d’innesco si è incendiato, i danni sono stati immediati e 11 persone sono morte in pochi minuti, investite dalle fiamme o travolte dal crollo degli edifici; 2 altre persone sono state stroncate da infarto e decine sono stati i feriti di cui moltissimi gravemente ustionati, molti di loro sono morti anche a distanza di diverse settimane dall’evento. Il gas-killer si è espanso subito per le vie della città e al suo passaggio ha lasciato feriti, morti e edifici crollati o danneggiati per le ripetute esplosioni innescate dalle fiamme. La Procura della Repubblica di Lucca ha aperto subito un’inchiesta e dopo solo un anno di indagini ha iscritto 18 persone nel registro degli indagati, sottolineando che “L’individuazione dei soggetti da sottoporre a indagine non può ritenersi allo stato conclusa” e che “il numero degli indagati potrebbe crescere “in rapporto ai vari profili di colpa identificati”. Di questi – riferivano i quotidiani Corriere della Sera e Il Tirreno – si conoscono i nomi di quattro persone: i tedeschi Joachim Lehamann 42 anni, Andreas Schroter 44 anni, Uwe Kriebal 46 anni dell’officina Jungenthal di Hannover (dove fu controllato l’assile che rompendosi causò il deragliamento) ed il mantovano Paolo Pizzadini, 44 anni, della Cima riparazioni di Bozzolo (MN). Era invece mantenuto il riserbo degli inquirenti sui nomi degli altri indagati. Dati i precedenti secondo chi scrive quella filiale della Liquigas è da chiudere immediatamente, ed il sindaco di Quargnento farebbe bene a portare in consiglio comunale il problema del Gpl che minaccia da vicino il paese che lui amministra.
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