CONFISCA DI BENI PER OLTRE UN MILIARDO E 300 MILIONI DI EURO A PERSONAGGI CHE HANNO SPECULATO SULLE FONTI ENERGETICHE “RINNOVABILI” E IN PARTICOLAR MODO SULL’EOLICO. E GRILLO COSA RISPONDE?
di Giusto Buroni
Milano – Spero che tutte le persone di buona volontà si compiacciano della vittoria riportata dal secondo principio della termodinamica contro la mafia italiana (se è vera la notizia della confisca di beni per oltre un miliardo e 300 milioni di euro a personaggi che hanno speculato sulle fonti energetiche “rinnovabili” e in particolar modo sull’eolico). Da una decina d’anni uno sparuto gruppo di benpensanti esperti di fisica e ingegneria, affiancato occasionalmente da difensori del Paesaggio (leggi Vittorio Sgarbi e forse nessun altro) e dell’Ambiente (WWF, talvolta, incluso), si chiedevano quanto tempo sarebbe passato prima di scoprire la colossale truffa ai danni della popolazione civile e dei loro imbelli governi. La truffa, più volte denunciata, certo troppo sommessamente fino ad arrivare all’odierna rinuncia, dai suddetti benpensanti, ma sempre dalle Autorità addirittura irrisa, più che semplicemente negata, è consistita nella diffusione capillare (sostenuta da lauti incentivi a carico di ingenui o fanatici cittadini) delle “fonti di energia rinnovabile”, quali quella eolica e la fotovoltaica, e senza escludere le biomasse, (precedute dall’ormai defunto idrogeno predicato dal santone Jeremy Rifkin e dai suoi discepoli, in testa a tutti Al Gore e Schwarzennegger, con ex-governo Californiano, un “flop” colossale!). Si dovrebbe ricordare ai cittadini italiani rimasti esclusi dal succulento business (che adesso e per molti anni a venire dovranno ripagare con le proprie bollette, ovviamente non incentivate) che le domande di autorizzazione di fotovoltaico pervenute all’autorità per l’energia e spensieratamente da essa approvate hanno superato in un paio d’anni i 70 GW (di picco, occorre sempre ricordare), quando il fabbisogno medio nazionale totale di potenza elettrica è di circa 50 GW (continuativi), il che è scandaloso anche solo per il fatto che le Autorità non hanno frenato in tempo (abolendo gli incentivi) questo fenomeno abnorme e dispendioso per la Comunità intera. La domanda che mi pongo ora, sperando di non essere il solo a porsela, è: quanto tempo impiegheranno i governi dei Paesi Industrializzati (compreso il Governo Tecnico italiano) a confessare di essere caduti nella trappola (o piuttosto di avere architettato la trappola), e quando, di conseguenza, cominceranno a rimborsare i loro “sottoposti”, ipnotizzati dal terrore dell’inquinamento e riscaldamento globale, delle spese sostenute per foraggiare mafiosi e speculatori (anche politici) dello stesso stampo?
Sfortunatamente gli “osservatori” dei media non hanno ancora ammesso l’inesistenza dei fantomatici “200.000 nuovi posti di lavoro” garantiti in Italia dalle “rinnovabili”, e anzi si rammaricano che l’azione antimafia in Italia lascerà sul lastrico questi poveri lavoratori e toglierà dal mercato oltre 40 “validi” imprenditori, tanti quante sono le ditte per ora incriminate, che saranno sperabilmente molto più numerose (i “media” ancora non hanno capito che sono mafiosi o comunque speculatori pure gli imprenditori…). Eppure dovrebbe essere chiaro che, una volta installate in brevissimo tempo queste infruttifere inutili strutture, quei lavoratori sarebbero comunque stati licenziati dai validi imprenditori, ad eccezione (ma non è certo) dei pochi destinati alla manutenzione e dei pochissimi adibiti al controllo (strutture di questo tipo infatti si costruiscono a bizzeffe per “consumare” il materiale finanziato dallo Stato, ma raramente entrano in funzione in grande quantità…). Inutile dire che cinque o sei centrali elettriche “tradizionali” (specialmente almeno una nucleare!) avrebbero prodotto un effetto migliore preparando maestranze altamente specializzate, con possibilità di vendere anche all’estero il proprio “know-how”. Un’ultima importante ricaduta di questa lungamente attesa operazione antimafia è lo sbugiardamento degli ambientalisti, sia integralisti, sia moderati, che, ciascuno per il proprio livello di responsabilità nel “business”, dovrebbero essere incriminati come complici dei mafiosi e degli speculatori riconosciuti colpevoli dei vari reati ad essi contestati: tali personaggi sono attualmente tutti infiltrati, dove più dove meno (e quanti nel “5 Stelle”, a causa del “santone” Grillo!), nei partiti politici in competizione per aggiudicarsi questo benedetto Governo, e fare piazza pulita almeno di tali marpioni sarebbe già un successo significativo!
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