LA SINDACA DI ALESSANDRIA, ORMAI AL CAPOLINEA, TIRA FUORI DAL CILINDRO L’IDEA D’UNA GIUNTA NUOVA DI ZECCA
Alessandria (a.g.) – Mentre la Giunta alessandrina è alla canna del gas, la sindaca Rita Rossa cerca dei diversivi per prendere tempo annunciando la nascita di una nuova Giunta. Lo ha confermato in consiglio comunale rispondendo al consigliere del Popolo della Libertà, Davide Buzzi Langhi. Tra i probabili nuovi assessori, Marica Barrera della lista Insieme per Rossa e Maria Teresa Gotta del Partito Democratico. Quelli del Pd dovrebbero essere tre con la conferma di Gianni Ivaldi, Marcello Ferralasco assessore all’urbanistica che dovrebbe assumere l’incarico di vicesindaco al posto della dimissionaria Oria Trifoglio. Confermato, per i Moderati, Claudio Falleti. Lascia invece Giorgio Barberis, assessore al lavoro e alla cultura. Ma la notizia vera è la possibile entrata in giunta di Enrico Morando, ex senatore del Pd, che non si è ripresentato alle ultime politiche. Informazioni provenienti dall’interno del Pd danno Morando in forte difficoltà col partito, anche perché, come l’editore Ghisolfi (Alessandria News, Il Novese, L’Ovadese, ecc.), ha puntato su Renzi ed è uscito con le ossa rotte. Ma Rita Rossa insiste, e in un’intervista rilasciata ai poveri Bottino e Massone del foglio della Fiat, ha avuto modo di dire che il politico di Arquata Scrivia: “Ha un ruolo nazionale, essendo persona di partito sente la responsabilità. Ma non mi ha mai fatto mancare il suo aiuto e so che le mie offerte lo hanno in certo qual modo lusingato. Se accettasse non avrebbe un ruolo da assessore residenziale, anzi dovrebbe stare forse più a Roma. Ha le conoscenze e l’autorevolezza per trattare con i ministeri, le burocrazie, che oggi hanno in mano anche le sorti di Alessandria”. Cosa significa ciò? Che la sindaca manda Morando a Roma a fare il lobbysta per la città? E allora perché, già che ci siamo, non inventare un assessorato distaccato anche a Bruxelles? Ma, continuando a leggere, le sorprese non mancano. Per esempio Rita Rossa, incoraggiata e compiaciuta dai due solerti interlocutori, s’è lanciata in affermazioni degne di nota per la loro insipienza, quali: “Ridisegnare il Comune che non può più essere erogatore universale di servizi, anche sfruttando forme nuove senza demonizzare il privato”. E allora, c’è da chiedersi per l’ennesima volta, perché ha annullato inopinatamente la gara vinta da Iren per la raccolta ed il trasporto dei rifiuti, rinunciando anche ad un assegno di ben 15 milioni di euro? Poi un’altra chicca: “Roma deve chiarire le norme sul dissesto, perché alcune sono incoerenti”. E qui veramente abbiamo toccato il fondo perché Rita Rossa, come al solito, da la colpa agli altri del disastro in atto nella città che lei amministra da quasi un anno, ma stavolta punta il dito contro la legge, il Tuel (Testo Unico degli Enti Locali) che definisce addirittura incoerente, dimostrando di non conoscere il diritto e di non saperlo applicare. Ma dimostra anche di non essere capace a fare il sindaco, mestiere che oggi richiede una certa abilità a fare entrate straordinarie, senza lasciarsi scappare le partite pregresse e le imposte non incassate, che lei ed il fido Zaccone non hanno ancora messo a ruolo rinunciando ad altri dieci milioni di euro. Ma non è finita, perché la coppia Rossa – Zaccone ha segnato un record, facendosi bocciare, dopo solo otto mesi di governo, il primo bilancio della legislatura che i funzionari del ministero degli interni hanno rispedito al mittente, affermando che è falso e i conti hanno sforato il patto di stabilità.
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