POGGIO È TORNATO, ARTICO È SULLA PORTA E…, BRAGHIN DALL’AVVOCATO
Dal Mocca di Alessandria – Il Bassano giocava “a tre” dietro come il Forlì ma stavolta Scusatis è stato a sentire il sottoscritto (dentro Rossi da punta, Degano trequartista e uno fra “le centomila”, cioè fra Fanucchi, Degano e Ferretti, in panca) e così, senza preoccuparsi solo degli avversari ma mettendo in condizione anche gli altri di doversi preoccupare dei Grigi, le cose sono andate un po’ meglio rispetto al recupero di sabato l’altro. Uguale in entrambi i casi il regalo del gol in apertura, ma diverso l’atteggiamento e la rabbia agonistica dei veneti rispetto ai romagnoli che, uniti ad una formazione più logica e propositiva dell’Alessandria, ha fatto la differenza, perlomeno nel risultato. Pochissimi invece i miglioramenti della qualità del gioco espresso dalla nostra squadra: un baricentro oltremodo basso, l’irrefrenabile tendenza ad arretrare quando si è attaccati anziché andare a togliere spazi all’avversario mettendo pressione e quindi i soliti Grigi sfilacciati e poco disponibili, per ragioni geometriche, a darsi una mano fra loro. Il mister ha detto di aver visto una prestazione perfetta (?) da parte dei suoi e, per avvalorare la tesi, richiama le occasioni da gol create e quelle subìte, un giochino dialettico in voga negli anni ’60 che funziona, soprattutto, se i giornalisti di casa sono gli stessi che scambiano uno “scavino “ di Mora sull’assist del gol per “un cross teso”, vero Penna Cadente? Purtroppo il coraggio “se uno non ce l’ha non se lo può dare“ ma Renzo e Lucia…. l’obiettivo l’hanno raggiunto lo stesso, nonostante quel coniglione di Don Abbondio. Certo, con i nostri tre top là davanti più Rossi (attacco che può mirare ai 40 gol in una stagione) vedere le nostre punte innescate solo da calci piazzati, rinvii dalla nostra trequarti o contropiede da 50 metri con palla al piede, mi sa tanto di perle date in pasto ai porci, però se il mister il calcio lo vede così… Stavolta poi avevamo di fronte una squadra spocchiosa che ha giocato in punta di piedi, convinta che, prima o poi, il pareggino lo avrebbe trovato e il minimo sindacale, ancora una volta, l’avrebbe portato a casa. Sul fronte organigramma invece (le scelte di Di Masi sono previste a Pasqua ma saranno rivelate se e quando la situazione di classifica lo suggerirà) sarà rivalutata la figura di Artico con buona pace di Mister e DS che, evidentemente in accordo con Capra e Pavignano, lo avevano emarginato dallo staff l’estate scorsa. Quanto a Braghin invece vorrei far di nuovo presente a tutti quanto sia stato determinante, relativamente all’acquisto del Club da parte di Di Masi, lo Studio Legale torinese Tosetto e Weigmann. Possibile che nessun giornalista ci sia ancora arrivato? Ultima annotazione: è miracolosamente riapparso, tra un elenco di tifosi e una sviolinata alla curva, il nome del nostro addetto stampa Poggio il quale, ritenuto ingombrante nelle cenette ad otto, era stato cancellato, alla moda del Pcus anni ’50 nelle foto ufficiali durante la parata dell’Armata Rossa con i dirigenti giubilati. Bentornato fra noi, ma confessa: ”Come mai il cerchio magico aveva usato con te la scolorina e, soprattutto, cosa o chi, ha suggerito a Penna Cadente di riesumarti”?
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