LA CRISI NON RISPARMIA NESSUNO: A UROLOGIA NON SI OPERA PERCHÉ MANCANO I CISTOSCOPI
di Guido Manzone
Alessandria – La crisi sta erodendo pesantemente ogni settore del nostro vivere. Anche il traffico, sangue pulsante della nostra economia, ne subisce le conseguenze. Il porto di Genova scarseggia di navi. Le sue strade di accesso sono pressoché vuote di traffico. Palese sintomo di una malattia mortale che affligge i nostri commerci e le nostre industrie. Pensando alle tante persone che non arrivano più alla fine del mese, o peggio, sono state licenziate, c’è da rimpiangere con nostalgia i tempi felici delle lunghe code e degli intasamenti della circolazione che tanto deprecavamo invocandone la fine. Per cercare di risparmiare in ogni modo si è notevolmente ridotta anche la velocità con le auto che procedono per lo più in colonna come al funerale della nostra economia. Dimenticate le sgommate, le riprese ai semafori, certamente infantili ed ai limiti del permesso, ma divertenti, o il tirare le marce per avere più ripresa. Conferma di quanto detto è il significativo calo di oltre il 10% del consumo della benzina. Questo è il vero motivo per cui si sono ridotti gli incidenti e dimezzati quelli mortali. Ma è un dato solo apparentemente positivo poiché essendo aumentato l’uso della bicicletta il ferimento dei ciclisti, su piano nazionale, si è accresciuto del 7,5% e del 5,5% il numero dei morti. E la bicicletta, assieme alla moto, conferma così di essere il veicolo più pericoloso a parità di percorrenza. Gli unici a non essere calati sono gli sprechi. Nell’alessandrino, nonostante la drammaticità della crisi, si vuole costruire una ipercostosa quanto inutile galleria ferroviaria lunga ben 54 km tra Tortona e Genova di cui non si sente alcun bisogno, il cui unico scopo è far guadagnare chi la realizza. È la galleria ferroviaria più lunga mai costruita al mondo la cui dimensione è pari all’incapacità e al servilismo, per non dire peggio, della nostra classe politica alessandrina. Denaro gettato al vento mentre si tagliano persino le spese sanitarie e gli ospedali minori. A proposito di ospedali, cara Rita Rossa, sindaco di Alessandria, ti ha detto, la tua vicesindaco, che è anche medico, cosa sta capitando nel nostro ospedale, quello stesso che ha sempre curato molto bene ed è tuttora il solo orgoglio della città di cui vantarsi? Sono oltre due mesi che ad Urologia, prima funzionante in modo ottimale, non si può operare e non si possono effettuare certi esami e certe visite di controllo poiché si sono rotti i cistoscopi. Per il buon funzionamento del reparto avrebbero dovuto essere sei, ma erano solo tre e due si sono guastati. Il cistoscopio è di per sé uno strumento molto delicato con all’interno fragili fibre ottiche e deve essere sterilizzato ogni volta che lo si usa. Per la sua fragilità strutturale è normale che si verifichi un’alta percentuale di guasti. Quando gli ospedali funzionano li si sostituisce con una certa frequenza e per questo occorre averne di riserva un certo numero. E c’è di più. Una banca locale ne ha regalato uno nuovo ma, per ingiustificate lentezze della Direzione sanitaria, non ha ancora potuto essere ricevuto. Rita, so che su questi fatti sei da sempre molto sensibile. Cerca di risolvere in qualsiasi modo il problema. Le spese sanitarie, per antica tradizione alessandrina, sono sempre state in assoluto prioritarie e anteposte a qualsiasi altra. Non si può lasciare morire la gente di cancro quando un cistoscopio costa solo 3000 euro. Paradossalmente questo potrebbe avvenire mentre Alessandria ha per la prima volta un Ministro della salute. Cosa mai avvenuta in tutta la nostra storia. Fai il conto, sei cistoscopi costano soltanto 18 000 euro che si potrebbero prelevare dagli 11 milioni del Fondo rotativo che stai per ricevere dal Governo. Rita, credi alle mie parole, vedrai che tutti saranno contenti e ci saranno solo ringraziamenti.
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