DOPO I 27 LAMPIONI SPENTI DI VIA TRATTATO DI SCHENGEN ORA, A NOVI, I LAMPIONI ADDIRITTURA SCOMPAIONO NEL NULLA!
di Franco Traverso
Novi Ligure (AL) – Una volta Novi era una capitale. Patria della seconda tipografia d’Italia, quella dei fratelli Girardengo della seconda metà del ‘400 (sorta solo dopo quella del Manuzio di Venezia), città natale del grande doge genovese Paolo da Novi, un ricco tintore di seta che partecipò a Genova alla rivolta che, nel 1507, portò alla cacciata del governatore francese e alla sua elezione a Doge, sede di una delle più importanti Fiere di Cambio d’Europa, concessa nel 1621, che attirava finanzieri e uomini d’affari da mezzo mondo, sede della quinta loggia massonica italiana (1745), dopo Milano, Firenze Napoli e Roma, la Rispettabile Loggia “La Confiance” all’Oriente di Parigi, sede del primo aeroporto d’Italia (1906) dove facevano scalo i primi dirigibili, città dove, nella seconda metà dell’ottocento, si producevano lampadine in ben cinque aziende, quando la luce elettrica era ancora una rarità, ora, dopo 65 anni di sovietizzazione forzata e quasi ininterrotta, non solo non è nemmeno l’ombra di quel che era, ma in molti quartieri è solo ombra e basta, perché i lampioni, o sono spenti, o mancano del tutto perché sono stati sradicati! Dopo aver denunciato nel dicembre scorso lo spegnimento di ben 27 lampioni in Via Trattato di Schengen, con conseguenti disagi, disservizi e evidenti problemi di sicurezza, ora il gruppo consiliare dei “Leghisti per Novi” chiede lumi…, è proprio il caso di dirlo, al sindaco Lorenzo Robbiano su alcuni lampioni scomparsi in corso Marenco. Al loro posto ci sono dei buchi da cui spuntano cavi elettrici che gli interpellanti si augurano siano disattivati, cioè senza corrente. Stavolta i “Leghisti per Novi” hanno avuto qualche difficoltà a comunicare i numeri di matricola dei lampioni segnalati, come richiesto espressamente a suo tempo per i 27 lampioni spenti di Via Trattato di Shengen dai ligi impiegati comunali novesi, in quanto stavolta i lampioni non ci sono più, ed è stato necessario risalire alla numerazione facendo riferimento ai lampioni ancora in piedi. La cosa non è di poco conto in quanto si verifica nel centralissimo Corso Romualdo Marenco. Secondo l’interpellanza i tre lampioni mancanti (numero 207 – 208 – 354) sono stati rimossi due anni fa dal personale del comune e mai più riposizionati sicché al loro posto ci sono ora dei traballanti cavalletti che periodicamente, in concomitanza dei vari mercatini o fiere, sono rimossi dagli ambulanti causando rischi alla popolazione. C’è poi un altro lampione (matricola n° 729) in condizioni di pericolo in quanto piegato di 45 gradi da circa un mese in Via Ovada (zona Bennett). I “Leghisti per Novi” poi precisano che, contrariamente a quanto riportato il mese scorso dal corrispondente Gino Fortunato sul foglio della Fiat, dove si legge: “I lampioni sono stati posizionati dall’Enel, che è anche responsabile della manutenzione ed è all’azienda che ci si deve rivolgere “, la manutenzione dei lampioni spetta al Comune.
L’INTERPELLANZA DI PINO DOLCINO
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