Alessandria – La sanità deve essere sostenuta dalla fiscalità generale e le strutture minori – che vanno mantenute in vita – devono fare da filtro per il sistema dei ricoveri. Queste le linee guida che la Cgil ha delineato oggi in conferenza stampa alla Camera del Lavoro. La Segretaria Generale Silvana Tiberti ha detto che il nostro sistema sanitario costa meno e copre di più rispetto a tutti i più importanti Paesi europei (7% su pil contro 8,5%), mentre il trend della crescita della spesa è nettamente inferiore: 1,4% sul Pil rispetto al 4% della media OCSE. Per Tiberti il tema delle risorse è centrale rispetto al problema sanità ed occorre a questo proposito evitare che anche la sanità ceda alla logica finanziaria sotto la spinta delle assicurazioni private. “Il contributo della sanità al risanamento dei conti pubblici è insopportabile – dice Tiberti – dopo sei manovre, quattro di Berlusconi e due di Monti, abbiamo tagli cumulativi per 30 miliardi” per cui è falso dire “che ci sarà un più alto livello di tutela della salute con il riordino previsto dalla spending review. “Si taglia e basta” aggiunge la sindacalista alessandrina, senza ricorrere all’attivazione di servizi intermedi. I tagli in Piemonte sono stati oltre 1,2 miliardi, cui si aggiunge il taglio del finanziamento aggiuntivo regionale di 400 milioni. Su un bilancio che quadra a circa 8 ,4 miliardi, il taglio a regime sarà del 16%. “Inoltre – secondo Sulvana Tiberti – la revisione della rete ospedaliera come razionalizzazione imposta dal governo comporta una riclassificazione dei nostri ospedali verso il basso che vuol dire in concreto la riduzione di servizi e di eccellenze in dotazione”. Non è certamente roseo il quadro dipinto dall’esponente della Cgil perché in cambio della razionalizzazione dei costi “non c’e niente sui servizi, e al contrario aumentano i costi di struttura”. Si sono istituite sei federazioni, con un aggravio di costi per circa 6 milioni di euro (1,2 milioni solo per stipendi per i sei nuovi direttori generali al costo di 200.000 euro ciascuno. Inoltre nella rivisitazione dei servizi della rete ospedaliera, non si tiene conto della rete dei trasporti, mentre è stata aperta la procedura di vendita del patrimonio. Per quanto riguarda i servizi per gli anziani, Silvana Tiberti ha sottolineato il fatto che sia in calo nel suo complesso, passando da oltre 700.00 giornate di assistenza alle attuali 685.000, mentre per quanto riguarda l’assistenza residenziale e semi residenziale, si è passati da 256.000 giornate a 167.000 giornate. Aumentano anche le rette dopo i primi 60 giorni ricovero e si attestano intorno ai 2500 euro mensili, mentre, per quanto riguarda la domiciliarità ai soli redditi bassi ci sarà una riduzione per soli 24 mesi e senza compartecipazione della sanità. Il dato si aggrava per la crisi dei due consorzi, Alessandria e Valenza, che dovrebbero garantire l’integrazione socio sanitaria. Per il sindacato occorre una mobilitazione generale di tutti i sindaci della provincia di Alessandria per contrastare i tagli che si scaricheranno con fortissima intensità a partire dal 2013. “La battaglia va fatta adesso – aggiunge la segretaria generale – per vincere la sfida di un paese che invecchia. Per fare questo – spiega Tiberti – servono nuove modalità di finanziamento, altrimenti non potrà essere garantita la sostenibilità futura del sistema sanitario. I ricchi contribuiscano di più – conclude Silvana Tiberti – ma la strada non sono i ticket, se vogliamo garantire nei fatti l’universalità”. Infatti per la Cgil la “sanità integrativa” riserva un futuro di tutela solo per chi può pagare per cui è essenziale il ricorso alla fiscalità generale attraverso la riduzione degli sprechi.
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