OGNI TORINESE HA UN DEBITO DOPPIO DI OGNI ALESSANDRINO EPPURE IL SINDACO FASSINO NON HA VOLUTO IL DISSESTO, HA TENUTO DURO, HA AMMINISTRATO BENE ED ORA IL CAPOLUOGO PIEMONTESE STA LENTAMENTE USCENDO DALLA CRISI. NATURALMENTE NOI AD ALESSANDRIA ABBIAMO FATTO ESATTAMENTE IL CONTRARIO
Alessandria – Riproponiamo un articolo uscito ieri sul sito torinese Lo Spiffero che riporta la notizia di un intervento del sindaco di Torino Piero Fassino ad una riunione dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) di cui è presidente regionale dove traccia uno schema di come si può salvare un comune fortemente indebitato. Lo fa avanzando proposte e chiedendo emendamenti. Insomma detta l’agenda. Esattamente il contrario di quanto avviene per noi ad Alessandria dove l’agenda la dettano gli altri. Invitiamo i nostri amministratori, con la sindaca Rossa in testa, a leggere quanto segue e poi a cospargersi il capo di cenere.
ECCO L’ESCAMOTAGE PER EVITARE IL DEFAULT
Fassino nella sua veste di presidente dell’Anci piemontese propone una deroga al rientro del Patto di stabilità per quelle amministrazioni che abbiano in corso procedure di dismissioni. Un piano ad hoc per Torino
Torino – Piero Fassino chiede tempo. Incontrando i senatori piemontesi, in qualità di presidente dell’Anci regionale, il sindaco di Torino ha proposto un emendamento per il quale i Comuni che hanno avviato una procedura ad evidenza pubblica per la dismissione di proprie quote in società partecipate ed hanno espletato procedure di aggiudicazione entro il 31 dicembre 2012, possono computare le somme accertate entro il prossimo 28 febbraio 2013. Ogni riferimento a enti o persone è ovviamente casuale. E’ il salvacondotto, già prospettato nei giorni scorsi dallo Spiffero, attraverso il quale la Città di Torino spera di riuscire a rientrare nel patto di stabilità, dal momento che i tempi sono troppo stretti per ottenere i 280 milioni necessari entro il 31 dicembre come prevede la norma attuale. Servono almeno un paio di mesi per concludere le operazioni di dismissione delle partecipate pubbliche: Trm, Amiat, Sagat e Gtt.
La riunione si è svolta stamani nella sede dell’Anci Piemonte in attesa della discussione che il Senato affronterà nei prossimi giorni sulla legge di Stabilità e la manovra del Governo per il 2013. All’ordine del giorno altri due emendamenti proposti dall’ex ministro. Per quel che riguarda l’Imu, il provvedimento avanzato va nella direzione di garantire una maggiore autonomia finanziaria per i comuni, infatti, attualmente il gettito d’imposta immobiliare unica sull’abitazione principale è destinato integralmente ai Comuni mentre quello sulle fattispecie rimanenti è destinato allo stato per il 50% dell’imposta calcolata ad aliquota standard. L’emendamento propone, quindi, la sostituzione degli attuali trasferimenti con il gettito dell’imposta, al fine di restituire autonomia finanziaria ai comuni ed eliminare la dipendenza dalle erogazioni statali. E’ previsto un sistema perequativo, che raccolga i risultati dell’analisi della spesa, quindi i fabbisogni standard, e introduca un meccanismo di perequazione delle capacità fiscali. Inoltre viene garantita la sostenibilità finanziaria degli enti in modo che il passaggio dal vecchio al nuovo sistema non comporti shock finanziari e vengano rispettate le indicazioni della legge 42 del 2009 in merito all’attuazione del federalismo fiscale che dispone in finanziamento integrale delle funzioni valutate all’80% della spesa e la correzione dei differenziali di capacità fiscali per le altre funzioni.
Un terzo emendamento è stato proposto sulla riduzione della spending review 2013 in particolare per tutelare i Comuni con popolazione inferiore ai 5mila abitanti. Infine verrà chiesa una proroga di tre mesi (30 marzo 2013) per il trasferimento delle funzioni fondamentali delle amministrazioni locali alle Unioni di Comuni.
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