Valenza (AL) – Ormai siamo all’“effetto domino” per quanto riguarda le partecipate dei comuni. I soldi sono sempre di meno a causa dei minori trasferimenti da parte dello Stato e i comuni non riescono a mantenere il tenore amministrativo degli anni precedenti. Un tenore certamente al di sopra delle possibilità delle tasche di chi paga le tasse. Anche la città dell’Oro deve fare i conti con la partecipata più importante, Amv Spa (Azienda Multiservizi Valenzana) che si occupa del servizio idrico (acquedotto, fognatura e depurazione delle acque), della distribuzione del metano, della piscina comunale, della gestione delle aree di sosta a pagamento nel Comune di Valenza e del servizio affissioni. Insomma i soldi scarseggiano e la partecipata deve arrangiarsi. Venerdì si è dimesso il consiglio di amministrazione composto dal presidente Michele Formagnana, Antonio Canì e Marcello Omodeo. In una letgtera inviata al sindaco di Valenza Cassano, i tre spiegano i motivi del gesto che si basano sull’impossibilità oggettiva di portare avanti il programma di gestione dell’azienda a causa della mancanza di collaborazione da parte del Comune di Valenza che ridotto i contributi verso la partecipata come per il servizio affissioni e per la piscina.Nella lettera al sindaco si legge che il Cda è giunto alla decisione di rassegnare le dimissioni in blocco “per l’impossibilità di portare avanti le azioni (…) improntate sin dall’inizio del mandato all’efficienza, al contenimento dei costi e all’ottimizzazione delle risorse, e che a causa delle persistenti e ormai insostenibili iniziative da parte dell’amministrazione comunale, sono vanificate”. Come, per esempio, nel caso “dell’arbitraria diminuzione del corrispettivo per il servizio affissioni in prima battuta, seguita poi dall’esternalizzazione attraverso gara senza la previsione di alcuna clausola di salvaguardia, con le inevitabili difficoltà sul fronte occupazionale: tre lavoratori rimasti senza mansione e che con grande sforzo e buona volontà siamo riusciti a ricollocare contando solo sulle nostre forze”. Oppure ancora con l’altrettanto “arbitraria riduzione per il servizio piscina, peraltro mai onorato dall’amministrazione, pur nella consapevolezza che rappresenti la maggiore criticità nell’ambito del conto economico-finanziario di Amv”. E poi la decisione di mettere a gara il servizio gas, su cui insistono ricorsi che gettano più di un’ombra sulla possibilità di un suo buon esito. In generale all’origine delle dimissioni del cda “una palese mancanza di strategia e attenzione nei confronti delle società partecipate, approssimazione e noncuranza nell’affrontare importanti questioni sottoposte più di una volta, come dimostrano le nostre missive inviate ripetutamente e rimaste sempre inevase.
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