“Sarò il Sindaco di tutti!“ frase classica di tutti i sindaci (ma proprio tutti) appena eletti. Naturalmente a questa banalità non si è sottratta neppure Rita Rossa, appena incoronata primo cittadino di Alessandria. E ne aveva ben donde, e ben più di altri neo sindaci, visto che aveva racimolato addirittura (!) 20.000 voti su 75.000 disponibili. Fin qui solo liturgia. In realtà l’ultima cosa che desidera l’elettore è proprio quella di essere amministrato dall’avversario del suo candidato preferito, ma si dirà “se vuole diventare il sindaco di tutti sarà anche il mio….o no?” Ebbene no, sempre che quel sindaco abbia deciso di fare il sindaco sul serio. Quello invece che manterrà la parola di cui alla prima riga in realtà sarà il “sindaco di nessuno” o, tutt’al più, andrà bene solo a se stesso, ai suoi amici e agli amici dei suoi amici. La sinistra prima ed il centrosinistra poi hanno prodotto alcuni grandi amministratori pubblici che però hanno avuto tutti una caratteristica in comune: non erano sindaci che andavano bene a tutti, decidevano rispettando la loro provenienza politica è vero, ma con buona capacità di sintesi. Inoltre avevano un’altra virtù: il rispetto addirittura pedante delle Istituzioni. E avere un sindaco di sinistra, diciamocelo, a volte ha i suoi vantaggi, perché davanti a un “compagno sindaco” sono pochi i compagni che si abbandonano alla logica del “ tanto peggio, tanto meglio”. Oggi qualcosa è cambiato, anche se qualcuno a sinistra non se ne è ancora accorto. Se ne sono accorti invece quelli della sinistra dura e pura i quali prima imponevano i loro uomini come titolari di dicasteri importanti e poi consentivano ai loro ministri di partecipare ai cortei contro il Governo in carica. Furbi eh? Talmente furbi che li hanno mandati a casa. Ma questa tentazione a sinistra è sempre stata forte: mettere assieme Istituzioni e contestatori; garantire i privilegi ai privilegiati e promettere agli altri di diventare privilegiati a loro volta; essere nei giorni pari uomini “di lotta” e in quelli dispari uomini “di governo”; fare i rigorosi e ammiccare i propri amichetti “de sinistra”. Tanto, se lo dicevano in sezione lontano da orecchie indiscrete, “quel che diciamo e facciamo è giusto per definizione, perché lo facciamo e lo diciamo noi. “Oggi “i migliori” non ci sono più e i minchioni ancora legati alla favoletta togliattiana lo sono per facile conformismo. Nel centro sinistra ci sono ancora ottimi sindaci e presidenti di Province e Regioni, personaggi bravi ad amministrare e ad affrontare problemi, spesso dotati di rigore morale e rispetto per le Istituzioni, il problema è che non cadano in vecchie tentazioni frontiste e facciano i conti con il mondo com’è e non come vorrebbero che fosse. Così, quando abbiamo visto pubblicate le foto della nostra Rita Rossa arringare i suoi dipendenti davanti alla banca locale, abbiamo pensato che il mondo si fosse girato al contrario: i lavoratori che non vengono pagati dimostrano in piazza insieme a chi dovrebbe pagarli contro chi ha avuto mandato di non pagarli da chi dovrebbe pagarli. È vero, ci sono sfumature e sfumature, ma ci sono soprattutto Istituzioni e ruoli che, se dovessero saltare, ci potremmo ritrovare nel più bieco e impietoso far west. Ognuno faccia il suo, quindi, nel rispetto delle regole, dei corretti rapporti istituzionali e del mestiere che fa, sapendo che chi ha amministrato male la sua condanna la decreta il voto popolare, tutto il resto è fuffa per i gonzi o materiale per magistrati.
Leave a Reply
Devi essere connesso per inviare un commento.