LA MONETA SOVRANA (LA GALLINA DALLE UOVA D’ORO) È LA SALVEZZA DEI POPOLI LIBERI
(tredicesima puntata)
di Paolo Barnard
C’ è qualcosa al mondo che può opporsi alle leggi degli Stati Sovrani democraticamente legittimati dai loro cittadini? No, nulla può, neppure la più potente elite privata. E cosa sarebbe accaduto se questi Stati avessero acquisto i mezzi economici per arricchire la maggioranza dei propri cittadini con, di nuovo, pochissime limitazioni di spesa? Semplice: la fetta maggiore della ricchezza di quegli Stati sarebbe caduta nelle mani dei loro elettori, e non sarebbe mai più stata posseduta invece dalle elite private di quelle nazioni. In altre parole, le elite avrebbero perduto il controllo di una colossale ricchezza, per sempre. Chiediamoci: c’è mai stata un’epoca in cui gli Stati e i popoli possedettero mezzi economici così straordinari? Sì, ci fu. Formalmente tale epoca iniziò nel 1971, quando una decisione unilaterale del presidente americano Nixon mutò radicalmente il sistema monetario internazionale introducendo la Moneta Moderna nelle nazioni occidentali. La Moneta Moderna si chiama FIAT (dal latino), ed è definita come moneta sovrana (leggi paragrafo sotto), floating e non convertibile che lo Stato semplicemente emette dal nulla. Come ci viene spiegato dalla scuola di economia della Modern Money Theory (MMT) guidata dal Prof. L. Randall Wray, queste monete davano allo Stato un potere senza precedenti di iniettare ricchezza finanziaria al netto nel settore non governativo (cittadini + aziende) quasi senza limiti. In altre parole: il governo poteva spendere a Deficit inventandosi il denaro, e nel fare ciò avrebbe reso più ricco chi lo riceveva (accreditando i conti correnti dei cittadini e delle imprese che gli vendevano beni e servizi). Ma veramente più ricchi, cioè più ricchi al netto. Infatti si trattava di denaro nuovo che veniva creato dal governo e guadagnato dai sopraccitati. Perché si deve capire che il denaro che circola nel settore non governativo (cittadini e aziende) non è mai denaro nuovo, ma solo denaro che qualcuno spende e che altri guadagnano; denaro che cambia di mano, basta. Oppure è denaro creato dalle banche ma che ha sempre un corrispettivo debito di qualcuno che ne annulla il valore (la banca crea 10 e me li presta, ma io sono in debito di 10, per cui al netto nella società non c’è nulla). Dunque i governi che usavano la Moneta Moderna potevano spendere a Deficit in questo modo virtuoso, che appunto aggiunge denaro nuovo al netto nella società. Questa spesa si chiama Spesa a Deficit Positiva (leggi paragrafo sotto). Essa poteva finanziare la piena occupazione, il pieno Stato sociale, la piena istruzione, migliori infrastrutture, la crescita produttiva. Il tutto a favore dei cittadini e senza pericolo di inflazione, per via dell’aumento parallelo di beni prodotti a causa di quei finanziamenti, né pericolo di eccessivo indebitamento dello Stato (la spiegazione di scienza economica a sostegno di queste affermazioni è nella Part Tecnica). Di nuovo: ciò avrebbe creato strutture sociali dove lo Stato attribuiva grandi quantità di ricchezza finanziaria alla maggioranza (a scapito delle elite), e dove i lavoratori e i cittadini sarebbero divenuti entità forti con poteri contrattuali elevati, poiché, come ha scritto l’economista libanese Joseph Halevi “la vera piena occupazione dà potere; la deflazione, la disoccupazione e i lavoretti precari rendono impotenti”. Tutto ciò sarebbe stato la Gallina dalle Uova d’Oro per noi gente comune, perché, ripetiamolo, nulla può fermare le regole fatte da uno Stato sovrano legittimato dai suoi elettori. Le elite non potevano permettere che ciò accadesse, ed agirono di conseguenza.
MONETA SOVRANA
Ricordo ai lettori una distinzione cruciale. Quando in questo saggio troverete la definizione ‘moneta sovrana’, sappiate che mi riferisco a qualsiasi moneta moderna che
a) è di proprietà dello Stato che la emette, quindi è sovrana.
b) Stato e Banche non promettono più di convertirla in oro o altri beni concreti su richiesta del cittadino (ma rimane cambiabile in altre valute per andare in ferie ad es.), quindi è non convertibile.
c) le autorità non promettono più di cambiarla a un tasso fisso con altre monete forti (ad es. 1 pesos argentino era cambiato fisso con 1 dollaro USA), quindi è floating. Riassumendo, la moneta moderna (FIAT) di cui si parla deve essere sovrana, non convertibile e floating, se no non può essere usata per gli scopi di arricchimento pubblici sopra descritti. La moneta sovrana per i popoli liberi è la “gallina dalle uova d’oro”. Il dollaro è moneta sovrana, così la sterlina, così lo yen giapponese, e altre. Tutta Europa, fino al gennaio 2002, ancora possedeva monete sovrane (marco, franco, lira ecc.), che sono poi scomparse con l’avvento (sciagurato) dell’Euro, che… non è di proprietà di nessuno Stato. Questo fatto ha cambiato in modo radicale tutte le regole classiche della funzione monetaria ed economica nell’Europa dei 17 Paesi aderenti alla moneta unica. Al punto che purtroppo lungo tutta questa trattazione dovremo sempre pensare con due menti, una che considera gli Stati con moneta sovrana, e una che considera quelli dell’euro. Capirete meglio dopo.
LA SPESA A DEFICIT
Prima di continuare, è inoltre essenziale che sia compresa la differenza fra Spesa a Deficit Positiva e Spesa a Deficit Negativa. Infatti, ciò che le elite di cui trattiamo hanno attaccato è la Spesa a Deficit Positiva, proprio perché essa arricchisce la gente comune e le piccole/medie aziende. Quando si parla di Spesa a Deficit Negativa, beh, il loro atteggiamento è a dir poco ipocrita, come capirete fra un attimo. Ma ora chiariamo la differenza fra i due tipi di deficit. La teoria economica MMT definisce come deficit positivo la spesa dello Stato che mira a creare piena occupazione, pieno Stato Sociale, piena istruzione, buone infrastrutture e aumento di produttività. Tutto questo causa un circolo virtuoso di spesa che non solo arricchirà il settore non governativo (popolo + aziende), ma che finisce per ripagarsi da solo. Certo, perché causerebbe una diminuzione della spesa per i costosissimi ammortizzatori sociali, per i danni della disoccupazione e sottoccupazione nel tessuto sociale (alcolismo, criminalità…), e per il salvataggio di banche al collasso e molto altro; tutto ciò appunto andrebbe a ridurre il deficit dello Stato. Ma c’è di più, perché la Spesa a Deficit Positiva aumenta allo stesso tempo le entrate dello Stato, poiché la maggior ricchezza che circola fra i cittadini significa maggiori redditi e dunque maggiori entrate del fisco (anche senza aumentare le aliquote). Ancora: aumenta la produttività di beni nazionali, dunque minor necessità di importarli pagandoli spesso prezzi alti, e questo va a correggere la bilancia dei pagamenti in positivo; poi la Spesa a Deficit Positiva rende il Paese più competitivo, e quindi attira investimenti stranieri, e con loro l’entrata di valute forti. In ultimo, la Spesa a Deficit Positiva controlla anche l’inflazione, grazie all’aumento di produttività che mantiene sotto controllo la massa di moneta circolante.
M a al contrario, la Spesa a Deficit Negativa è un disastro. Essa spesso deriva paradossalmente proprio dall’accanimento delle elite Neoclassiche, Neomercantili e Neoliberiste nel pretendere che gli Stati riducano i deficit. Poiché quando uno Stato è costretto dal quell’accanimento a tagliare la Spesa a Deficit Positiva, immediatamente tutto il settore non governativo si impoverisce. Questo lo costringe a cadere in un circolo vizioso di deflazione economica, che significa meno consumi, che significano meno vendite per le aziende, che quindi licenzieranno e precarizzeranno. Ciò costringerà lo Stato ad aumentare la spesa per gli ammortizzatori sociali descritti sopra, mentre contemporaneamente diminuiscono le sue entrate attraverso un calo del gettito fiscale e degli investimenti stranieri. Ma vi sarà anche una perdita di fiducia in quello Stato da parte dei mercati, con altre conseguenze economiche negative o drammatiche. Si badi bene. Anche se, sulla carta, le elite Neoclassiche, Neomercantili e Neoliberiste condannano ogni forma di deficit, in realtà esse ipocritamente ci nascondono che l’unico deficit negativo è proprio quello che deriva dalle loro rigide prescrizioni economiche, che oggi tutti i governi seguono alla lettera. Come si diceva, agli inizia degli anni ’70 le immense potenzialità sociali della Spesa a Deficit Positiva fecero capolino in alcuni Paesi avanzati, causando il panico nelle elite del potere finanziario e grande industriale. Era questo il periodo in cui le idee partorite dagli Illuministi e sviluppate molto oltre sembravano dover raggiungere il pieno successo, sostenute da un consenso popolare in continua crescita. Alle elite apparve chiaro che gli Stati democratici si stavano rapidamente avvicinando al momento in cui avrebbero potuto veramente controllare la maggior parte della ricchezza mondiale (in realtà, e come vedremo, questa consapevolezza già preoccupava le elite negli anni ’30). Un simile sviluppo era per loro inaccettabile, e per questo motivo i “ Globocrati ” decisero di agire. Il loro piano si articolò in quattro direzioni:
1) Il potere di spesa sovrana degli Stati doveva essere distrutto, assieme alla loro facoltà di usare tale potere per fini sociali e per dar forza alla cittadinanza. Parola d’ordine: distruggere la Spesa a Deficit Positiva.
2 ) Anche la sovranità legislativa degli Stati doveva essere limitata, per evitare che essi cementassero in leggi inattaccabili la Spesa a Deficit Positiva per il beneficio dei cittadini.
3) Gli stessi cittadini dovevano essere messi da parte, resi apatici ed incapaci di opporsi al potere, e ancor meno di capire le potenzialità sociali della Spesa a Deficit Positiva dei loro Stati sovrani.
4) In ultimo, dalle ceneri di intere nazioni disabilitate dal successo del loro piano, le elite avrebbero ricavato non solo il controllo della fetta maggiore della ricchezza mondiale, ma anche super profitti in finanza ed export.
In altre parole: la nostra Gallina dalle Uova d’Oro doveva essere del tutto distrutta. E lo fecero.
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