Il 20 settembre 1870 nasceva l’Italia unita, laica, libera e liberale, voluta da Cavour e Vittorio Emanuele II, da Garibaldi e Mazzini, e più in genere dagli italiani. Le truppe del Regno d’Italia entrarono in Roma attraverso la Breccia di Porta Pia, sancendo così l’unificazione del Paese. Alle nove della mattina del 20 settembre l’artiglieria dell’esercito italiano (non più solo piemontese), guidata dal generale Cadorna, aprì una breccia di circa trenta metri nelle mura della città, accanto a Porta Pia, che consentì di occupare la città a due battaglioni: uno di fanteria l’altro di bersaglieri, accompagnati da alcuni carabinieri. Dopo l’irruzione dentro la cinta muraria delle truppe italiane vi furono ancora scontri qua è là che si spensero in poche ore con la resa chiesta dal Generale Kanzler comandante delle truppe pontificie. La sera del 20 settembre 1870 le truppe del papa si concentrarono nella Città Leonina (in pratica l’attuale Città del Vaticano) che lasciarono l’indomani mattina per consegnarsi ai vincitori dai quali ricevettero l’onore delle armi. Questo importantissimo evento storico comportò l’annessione della Città Eterna al Regno d’Italia e la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale dei papi. L’anno successivo la capitale d’Italia fu trasferita da Firenze a Roma (legge 3 febbraio 1871, n. 33). Il desiderio di porre Roma a Capitale del nuovo Regno d’Italia, era già stato esplicitato in forma determinata da Cavour, in uno storico discorso al Parlamento italiano dell’undici ottobre 1860, a Torino. Nel suo discorso il grande statista piemontese, vero artefice del nostro Risorgimento insieme a Carlo Alberto, Vittorio Emanuele II, Mazzini e Garibaldi, affermò in parlamento che riteneva “necessaria Roma all’Italia”, e che prima o poi Roma sarebbe stata la capitale. Come in altre province italiane, anche a Roma fu indetto un referendum per sancire l’avvenuta riunificazione della città al Regno d’Italia. Il plebiscito si svolse il 2 ottobre 1870. I risultati videro la schiacciante vittoria dei sì, 40.785, a fronte dei no che furono solo 46. Il risultato complessivo nella provincia di Roma fu di 77.520 “sì” contro 857 “no”. In tutto il territorio annesso i risultati furono 133.681 “sì” contro 1.507 “no”. L’anniversario del 20 settembre è stato festa nazionale fino alla sua abolizione dopo i Patti Lateranensi del 1929.
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