di Elisa Forte
Sant’Angelo dei Lombardi (AV) – Nell’ottica ormai ragionieristica che sembra avere preso il sopravvento sulle riforme attuate nel comparto sanitario, come l’hanno definita, i medici hanno valutato ieri il contenuto della riforma proposta dal Ministro per la Salute Renato Balduzzi da Alessandria, sulla costituzione degli ambulatori governati dai medici di medicina generale, per dare forma al principio di fondo della riforma, che vorrebbe “meno ospedale e più territorio”. In realtà l’investimento sulla medicina territoriale è stato annunciato anche in occasione della riqualificazione dei presidi ospedalieri del 2008, con cui si mirava a diminuire gli ingressi in pronto soccorso e ad affidare l’attività assistenziale a tutti gli attori presenti. Mentre la maggior parte dei medici in sala discuteva della necessità di adottare la riforma a livello regionale, storcendo il naso sull’impossibilità di inaugurare una nuova fase di medicina territoriale, evidenziando la penuria di fondi, il direttore del distretto sanitario di Sant’Angelo dei Lombardi Federico Troisi ha spiegato che il territorio è già al lavoro per attuare la nuova direttiva: “La proposta è stata già discussa con il sindaco di Calitri, che ha pensato di creare un ambulatorio nei locali dell’ex scuola elementare per affidarlo ai medici di base. Mi rendo conto che investire sulla medicina territoriale in Alta Irpinia è più difficile che nei centri urbanizzati, in quanto la popolazione è sparpagliata, ma è possibile applicare la riforma”. Le dinamiche di investimento sul territorio, a detta del direttore del distretto, sono fornite dall’alto indice di vecchiaia (il più alto a livello regionale), e dalla necessità di investire in tecnologie più avanzate. “Il piano di assistenza domiciliare riabilitativo gestito da Asl e Piano di Zona non è mai decollato a causa della mancanza di operatori socio sanitari, e l’Rsa non viene sfruttata al meglio. A questo bisogna aggiungere che abbiamo strutture vecchie, spesso sono prefabbricati, e capacità ridotte dal punto di vista del personale, che non regge la sfida sulla tecnologia”. Sono intervenuti ai lavori il direttore generale dell’azienda ospedaliera Moscati di Avellino Giuseppe Rosato, il presidente dell’ordine dei medici Antonio D’Avanzo e il consigliere Angelo Rossi, e il sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi Michele Forte. Particolarmente preoccupati per gli effetti della ‘Spending review’ in campo medico, il direttore del Moscati Giuseppe Rosato, e il presidente dell’ordine dei medici D’Avanzo, che hanno puntualizzato sul governo del Ministero dell’economia in ambito sanitario. “Ripensare un modello organizzativo è necessario, e il decreto della riforma Balduzzi mette il dito nella piaga in quanto le Regioni si opporranno” ha spiegato D’Avanzo. “È stato adottato il modello di federalismo regionale, poi solidale e poi fiscale, quindi il servizio sanitario non è più nazionale: la politica dovrebbe aprire una riflessione”. Sullo stesso argomento, ha incalzato anche Rosato: “Ridurre le inefficienze sì, ma non si può applicare la riduzione dei diritti al cittadino ad essere curato. Con la risoluzione del deficit, la Regione Campania ha compiuto scelte strategiche, che hanno decretato la morte del servizio sanitario nazionale, per poi rivedere gli assetti delle organizzazioni territoriali, ospedali, università e centri di ricerca”. Sulla riorganizzazione del servizio di emergenza urgenza provinciale, che ha visto trasferimenti delle postazioni 118, ma anche soppressioni di diversi presidi Psaut, Rosato paventa la possibilità di creare una rete in grado di perimetrare il territorio: “Bisogna pensare alle risposte da dare al cittadino, per questo si deve affrontare una logica di pianificazione che parte dalla mappa geografica e tende a considerare qualità ed efficienza”.
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