Alessandria – Il muletto non aveva barriere laterali, in manovra di retromarcia su un dislivello s’è ribaltato ed è ricaduto – uccidendolo – sul conducente, il caporeparto alle spedizioni Pasquale La Rocca di 31 anni, residente a Lerma (AL), padre di una bimba di 9 mesi. Inutili i soccorsi immediati dei colleghi, che hanno subito spostato il muletto e chiamato prontamente l’ambulanza, e i tentativi di rianimazione. Nonostante il tragico incidente, l’azienda siderurgica non si è fermata e i sindacati, in segno di rispetto per l’operaio scomparso, hanno proclamato immediatamente 24 ore di sciopero. Su quel tragico incidente molte domande restano ancora senza risposta. Perché quel carrello elevatore non aveva le barriere laterali di sicurezza? Perché, appena l’operaio fu schiacciato dal muletto, poche centinaia di metri più in là, c’erano operai che caricavano rotoli di lamiera sui camion e gruisti che sollevavano pesanti blocchi e nessuno ha dato l’ordine di fermare la produzione? Chi doveva imporre lo stop immediato, evitando che la notizia si diffondesse attraverso il passaparola e portasse tanti dipendenti a incrociare spontaneamente le braccia? Chi è responsabile in questi casi? Ieri il giudice alessandrino non ha avuto dubbi ed ha iscritto quattro dirigenti dello stabilimento Ilva di Novi Ligure nel registro degli indagati, ipotizzando per loro responsabilità penali. Il titolare dell’inchiesta sta facendo svolgere accertamenti per giungere all’eventuale incriminazione di tutti loro o di una parte.
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