Novi Ligure (AL) – Se da un lato si parte col digestore per produrre energia (elettricità e metano) dalla lavorazione dei rifiuti, a Novi e circondario la differenziata non decolla. Nei Comuni del Csr (Consorzio servizio rifiuti), tranne casi rarissimi, la soglia del 64% di differenziata richiesta dalla legge Ronchi non è raggiunta. In alcuni Comuni nei raccoglitori della plastica vi è un accumulo che tocca il 60% di materiale estraneo. I materiali non compatibili provengono essenzialmente dalle lavorazioni artigianali e dal grosso commercio. Se il materiale è conferito nel modo giusto ed appropriato i Comuni e, quindi anche i cittadini, hanno un ritorno economico importante, basti pensare che, per la plastica, le amministrazioni ricevono 194 euro a tonnellata. Se, invece, ci sono delle impurità non accettabili il Comune paga per portare il rifiuto in discarica 128 euro a tonnellata. Ancje il capoluogo non sembra essere virtuoso: a Novi la raccolta differenziatasi è attestata a luglio al 48%. Il Csr si sta muovendo, sta studiando forme di controllo più serrate e puntuali con sanzioni anche pesanti.
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