Respinta dal presidente del consiglio Enrico Mazzoni una mozione di Emanuele Locci (Pdl) in merito alla multiservizi Costruiamo Insieme, su parere del vice segretario generale.
Alessansdria – Lui continua a presentare mozioni ed interpellanze, ma gliele respingono tutte. Si tratta del consigliere comunale del Pdl Emanuele Locci che non riesce a discutere quello che presenta perché la giunta, secondo lui, lo “stoppa”. Non solo, perché il povero Locci non è riuscito neppure a prendere la parola nella prima commissione sulla multiservizi Costruiamo Insieme perché era troppo tardi (erano le 13,30). Per il consigliere del Pdl (ex AN) si tratta di “gravi violazioni regolamentari del Presidente del Consiglio Comunale di Alessandria” l’ultima delle quali si è verificata nella seduta di ieri pomeriggio e, per questo motivo, stamane Locci ha presentato al Prefetto di Alessandria formale “richiesta di intervento a tutela delle prerogative democratiche dei Consiglieri Comunali di Alessandria nell’esercizio delle loro funzioni”. La mozione “bocciata” è collegata alla proposta di deliberazione della Giunta sul piano programma e sul contratto di servizio della costituenda azienda speciale Costruiamo Insieme, secondo quanto previsto dal Regolamento del Consiglio Comunale di Alessandria, ai sensi del quale “Il Presidente deve inoltre sottoporre all’esame del Consiglio le proposte di mozione di uguale oggetto di una proposta di deliberazione iscritta all’ordine dei lavori…” (art.45 c. 3) e ancora “…la proposta di mozione di uguale oggetto di una proposta di deliberazione deve essere sottoposta al voto immediatamente dopo la deliberazione…” (art.45 c. 4) e ancora “La discussione di una proposta di deliberazione e delle proposte di mozione relative allo stesso oggetto avviene congiuntamente” (art. 45 c. 6). Il Presidente del Consiglio Comunale di Alessandria ha impedito la presentazione e la successiva discussione e votazione della mozione collegata presentata da Locci dichiarandola “respinta” ed adducendo l’espressione di un parere tecnico del Vice Segretario Generale di non ammissibilità verso la mozione, nonostante il Regolamento del Consiglio Comunale non preveda l’espressione di un parere tecnico da parte del Segretario Generale (previsto solo per gli emendamenti ed i subemendamenti) né la possibilità di pronunciarsi sulla ammissibilità degli atti, facoltà riservata all’Ufficio di Presidenza (di cui sono membri il Presidente ed i due Vice Presidenti del Consiglio Comunale) e solo nei casi in cui “…la formulazione costituisca violazione di Legge…” (art. 44 c.3). Il Vice Segretario Generale non ha fornito un parere tecnico di non ammissibilità sulla mozione di Locci (che, comunque, non può pronunciare), esprimendo inoltre allo stesso consigliere pidiellino il pieno diritto di presentare, discutere e votare la mozione “collegata” alla proposta di deliberazione della Giunta ai sensi del Regolamento del Consiglio Comunale. Successivamente il Presidente del Consiglio Comunale ha assegnato illegittimamente al Consiglio Comunale la facoltà di esprimersi sull’ammissibilità della mozione “collegata” alla proposta di deliberazione – senza che tale facoltà trovi fondamento, né nel Testo Unico degli Enti Locali, né nello Statuto del Consiglio Comunale, né nel Regolamento del Consiglio Comunale – chiedendo dunque al Consiglio Comunale di esprimersi con un voto sull’assegnazione o meno di un diritto – quello della presentazione, discussione e votazione della mozione “collegata” – che è già attribuito dalle norme e dai regolamenti vigenti. Il Consiglio Comunale, su proposta del Presidente del Consiglio Comunale, esprimendosi con un voto a maggioranza ha, secondo Locci, illegittimamente impedito la presentazione, la discussione e la votazione della mozione “collegata”, determinando, sempre secondo il parere del consigliere di minoranza, un grave pregiudizio alle prerogative previste nell’esercizio delle funzioni di un Consigliere Comunale. “Quello che è successo in Consiglio Comunale – ha dichiarato alla stampa Emanuele Locci – ha oltrepassato i limiti e pregiudica i fondamenti democratici delle istituzioni, per cui sono stato obbligato a rivolgermi all’autorità immediatamente superiore a quella del Sindaco, cioè il Prefetto, per chiedere tutela e far richiamare il Sindaco Rossa ed il Presidente Mazzoni al rispetto delle Leggi e dei Regolamenti”.
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