Il raddoppio della strada provinciale per Spinetta non prevede la zona di transito per le biciclette, e nemmeno la corsie di emergenza. I cittadini scrivono al prefetto.
Alessandria – Per Romilda Tafuri, la neo prefetta di Alessandria l’arrivo in città si è trasformato in un calvario. Prima le grane per gli stipendi alle partecipate, poi gli show in cui è stata coinvolta dall’esuberante sindaca Rossa, ed ora la viabilità. Dopo l’inaugurazione di duecento metri di raddoppio della provinciale per Spinetta (a fare mostra di sé per l’occasione c’erano l’assessore provinciale ai lavori pubblici Moro, il presidente della Provincia Filippi e lei, sempre Lei “Evita” Rita Rossa, l’onnipresente sindaca di Alessandria) ci si aspettava che il cantiere mettesse mano alla realizazione di banchine, come previsto dal Codice della Strada, per il transito delle biciclette. Ma così non è. Claudio Pasero a nome dell’associazione “gliamicidellebici” della Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta – Onlus) ha preso carta e penna e ha scritto al Prefetto: “Egregio Prefetto – si legge nella lettera -, Le scrivo a nome delle decine di soci dell’associazione che rappresento e delle centinaia di cittadini interessati, per portarLa a conoscenza di un grave disagio che da anni siamo costretti a subire: quello della pesante compromissione della sicurezza che si è venuto a creare per il transito dei ciclisti sul ponte Bormida, dopo gli interventi di raddoppio delle corsie automobilistiche della ex SS.10 per Spinetta. Prima di entrare nel merito del mio appello mi preme sottolineare come tale questione sia stata nel corso degli ultimi 6 anni più volte posta alle istituzioni competenti (Provincia e Comune) con petizioni, lettere pubbliche, manifestazioni specifiche, senza però che mai i rappresentanti di tali istituzioni si siano degnati di rispondere, ma anzi abbiano reiterato un atteggiamento di totale indifferenza”. Da anni i ciclisti scrivono alla Provincia ma Moro, Filippi e Rossa quelle lettere le hanno buttate nel cestino. Erano i tempi in cui lorsignori credevano di essere inattaccabili perché controllavano la stampa per cui uscivano le notizie che facevano comodo a loro e chi non era d’accordo finiva nel dimenticatoio nonostante le vibranti proteste. “Il problema è serio – si legge nella lettera – in quanto avendo abolito la banchina i ciclisti rischiano seriamente di essere investiti, soprattutto quando alle loro spalle sopraggiungono a velocità sostenuta grandi camion che nel frattempo sono superati da altre automobili e che quindi non possono allargarsi per evitare il/i ciclista/i; non parliamo della situazione in caso di scarsa visibilità dovuta all’oscurità o alla nebbia”. Ora, con l’arrivo della brutta stagione, il problema dei ciclisti torna di attualità. È di due giorni fa la notizia di un ciclista rumeno morto ammazzato per la strada proprio a Spinetta Marengo. “Eppure quel ponte – scrive ancora Pasero – è il passaggio obbligato per collegare il centro urbano di Alessandria con molti sobborghi, ed anche il passaggio di importanti itinerari cicloturistici locali (Museo di Marengo), nazionali (Circuiti delle Città d’arte della Pianura Padana) e internazionali (Eurovelo 8); e non reggono le risibili giustificazioni sulla mancanza di denaro, in quanto nel frattempo si sono continuate a inaugurare tangenziali e rotatorie, e in quanto esistono leggi specifiche che impongono di destinare parte degli introiti delle multe alla mobilità ciclistica; leggi a cui né Comune, né Provincia – anche in questo caso nonostante i reiterati appelli – hanno mai ottemperato”. Ma Pasero deve rassegnarsi perché la Provicnia è talmente al verde che, infrangendo la legge (ma la Corte dei Conti cosa fa, dorme?) ha approvato il progetto preliminare della circonvallazione di Gavi senza avere la necessaria copertura finanziaria.
Ma per la Provincia la legge evidentemente è un optional (e si capisce come mai lo sia anche per Evita Rita Rossa, che della Provincia è stata per anni vicepresidente, che l’ha appena infranta attingendo ai residui attivi del 2011 per pagare gli stipendi delle partecipate) e, per il fatto che l’art. 10 della legge n. 366/98 obblighi gli Enti proprietari delle strade a realizzare infrastrutture ciclabili adiacenti nei casi di costruzione di nuove strade e di manutenzione straordinaria di strade esistenti, alla Provincia non gliene può frega’ de meno.
“In generale – si legge ancora nella lettera di Pasero -, dove riesce a passare una strada, può passare in sicurezza anche una strada con pista ciclabile adiacente”. La lettera termina con un accorato appello alla prefetta: “Ci appelliamo quindi a Lei, nella sua veste di rappresentante dello Stato, affinché provveda a sollecitare le Istituzioni competenti ad assolvere il loro compito, affrontando il problema e ad accettando il confronto costruttivo con i cittadini, che da parte dei responsabili della cosa pubblica si aspetterebbero risposte alle loro legittime aspettative e maggiore rispetto dei diritti essenziali”.
È sì, non c’è niente da fare, ad Alessandria i prefetti devono fare sempre gli straordinari.
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