Il danno derivante dal niet all’energia nucleare per la nostra economia è stato gravissimo e ne stiamo pagando ancora le conseguenze. Ma ora chi paga? Chi risarcisce gli italiani? Legambiente controllata da Sorgenia di De Benedetti che ha la tessera N. 1 del PD? Chissà!
NUCLEARE: IL MONDO PUNTA A 1000 CENTRALI
di Luigi Grassia (da La Stampa di oggi)
Arriva un bastimento carico di 558 centrali nucleari, che porterà il totale mondiale a raddoppiare dalle 433 odierne a quasi 1000. L’incidente di Fukushima del marzo 2011 ha fatto paura ma non ha bloccato la marcia dell’atomo sulla Terra, una marcia che (anzi) accelera in Cina. Secondo il conteggio reso noto ieri al convegno annuale degli scienziati a Erice, sul pianeta sono in attività 433 centrali elettriche nucleari, e in più ce ne sono 69 in costruzione, 160 pianificate e altre 329 proposte per la realizzazione, in totale 558 in arrivo. I convenuti a Erice non hanno preso una posizione ideologica né pro né contro l’atomo ma è emersa l’esigenza di fissare meglio gli standard di sicurezza e di coordinare l’azione internazionale in questo campo, perché «gli incidenti nucleari non conoscono confini», ha detto lo scienziato austriaco Hans-Holger Rogner, e per quanto questa sia un’ovvietà a volte è bene che le cose ovvie vengano ricordate.
La britannica Barbara Thomas Judge ha aggiornato il censimento dicendo che il maggior numero di centrali atomiche si trova negli Stati Uniti (104) seguiti da Francia (58), Giappone (50), Russia (33), Corea del Sud (23) e India (20). Ma anche in questo campo il gigante emergente è la Cina, che oggi ha solo 16 centrali attive ma ne ha anche 26 in costruzione, 51 già pianificate e 120 proposte, in totale 197 in arrivo. Un azzardo? Dai seminari di Erice è emerso che gli impianti cinesi sono sicuri (nei limiti in cui la parola sicuro ha senso con il nucleare). Il professor Lowell Wood (di Stanford) che fra l’altro è stato allievo del padre della bomba all’idrogeno Edward Teller ha detto che «in Cina le regole sono più stringenti di quelle del Giappone».
Frattanto nello stesso Giappone dopo l’incidente di Fukushima del marzo 2011 sono stati spenti tutti i reattori. Il riavvio è in corso, ma con il contagocce: le centrali per ripartire devono essere autorizzate, una per una, da una commissione nazionale chiamata a riscrivere le regole di sicurezza.
Ricordiamo che la centrale di Fukushima un anno e mezzo fa è stata danneggiata da uno tsumani (maremoto) e ha rilasciato radiazioni; 170 mila persone sono state sgomberate.
Il presidente dei Seminari, Antonino Zichichi, che si dichiara a favore del nucleare sicuro, dice che il vero problema è che «l’80% delle centrali nucleari in costruzione sono concentrate nel Terzo mondo, dove i livelli di sicurezza non sempre sono ottimali» (ma con eccezioni come quella della Cina). Per Zichichi sarebbe opportuna un’autorità internazionale a dettare le regole mentre il citato Hans-Holger Rogner, che parlava a nome dell’Aiea, l’agenzia internazionale dell’energia atomica) ha fatto presente che al momento quest’organismo «non ha il potere d’imporre le regole, può solo tracciare linee guida».
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