I PRECARI DELLA PROVINCIA TEMONO PER IL POSTO DI LAVORO
I precari della Provincia di Alessandria vivono queste ultime settimane con forte preoccupazione a causa del Decreto Legge cosiddetto “Spending Review”, che se verrà convertito in Legge senza modifiche inciderà pesantemente sul bilancio dell’Ente per cui lavoriamo e a circa 60 lavoratori precari non verranno rinnovati i contratti in scadenza il 31 Dicembre 2012.
Oltre a ciò che leggiamo sui giornali locali e sulle notizie più informali apparse sui social network che creano notevole fibrillazione per il nostro incerto futuro, si è diffusa la voce che i contratti sottoscritti a Luglio potrebbero essere risolti in via anticipata il 30 Settembre.
Non vogliamo neanche prendere in considerazione questa nefasta ipotesi dal momento che ci sono state rassicurazioni pubbliche, ma la forte preoccupazione è supportata dal fatto che i nostri colleghi, il cui contratto è cessato il 15 Luglio, non sono stati rinnovati e la stessa situazione si preannuncia per coloro in scadenza a fine mese. Pur rendendoci conto delle difficoltà che l’Ente sta affrontando, chiediamo al Presidente della Provincia Paolo Filippi ed all’Assessore al Personale Cesare Miraglia che si adoperino affinchè i nostri colleghi vengano reintegrati, almeno fino a fine anno.
Date le sfavorevoli condizioni esterne auspichiamo che il Direttore Generale e tutta la Dirigenza dell’Ente si prodighino per trovare soluzioni alternative per far quadrare il bilancio incidendo su altre voci che non siano il taglio del costo del personale più debole ed esposto alla grave crisi economica presente nel nostro Paese.
Proponiamo che venga istituito un fondo economico di solidarietà dei Quadri intermedi, dei Dirigenti e della Giunta politica dell’Ente che possa servire a mantenere in organico i precari, senza buttare a mare anni di lavoro e competenze acquisite; non ci pare una richiesta insostenibile perché se il Presidente del Consiglio Monti dice che è come se fossimo in guerra, bene allora adottiamo misure adeguate ad un’economia di guerra.
Per questo ci auguriamo che, oltre all’attenzione prestata al Museo di Marengo e al contributo all’Università Avogadro da parte della politica locale ci sia particolare attenzione alla nostra situazione ed alle conseguenze che la perdita del lavoro da parte di 60 persone potrà provocare alla vita quotidiana di tutti noi (sostentamento, bollette, mutui, famiglia, ecc..) ed in minima parte all’economia locale.
In conclusione, nella speranza che in collaborazione con l’RSU e con la Dirigenza si arrivi a soluzioni praticabili che vadano oltre il 2012, perlomeno per alcuni di noi, auspichiamo che il nostro Presidente, sensibile al tema dei lavoratori precari, resti a capo dell’Ente fino alla scadenza naturale del proprio mandato per poter affrontare, con una guida politica democraticamente eletta, le difficoltà esistenti e quelle che certamente si presenteranno in futuro.
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