Genova – Solo in Italia, tra i paesi “civili”, può succedere una cosa del genere. Il macchinista non c’è, treni in tilt e un’ora di ritardo per il regionale diretto a Sestri Levante, con l’Intercity costretto a fermate extra, Insomma un disastro e le solite risate, tra il compassionevole e l’irritato dei turisti, in maggioranza tedeschi. C’è veramente da vergognarsi di essere italiani. Lunedì sera alle 11 e un quarto circa alla stazione Brignole dall’altoparlante lo speaker ha detto: “Si avvisano i passeggeri che il treno partirà con dieci minuti di ritardo per cause tecniche”.in riferimento al regionale n.11319 in partenza da Genova alle 23,18 diretto a Sestri Levante. Ma dopo dieci minuti il treno non era ancora partito, dopo venti nemmeno, e dopo trenta era ancora fermo al binario numero tre. Ai viaggiatori non sono più state fornite informazioni dopo quell’annuncio sulle cause tecniche che sarebbero state alla base del ritardo. Non per responsabilità del personale di bordo, a quanto risulta: capotreno e macchinista sono rimasti a loro volta in attesa sul marciapiede di ricevere notizie dai dirigenti responsabili del movimento. Intorno al personale si è nel frattempo formato un capannello di viaggiatori, ansiosi di conoscere il loro destino. Alla fine, mentre il personale del treno era ancora in attesa di ricevere le informazioni dall’ufficio movimento, dall’altoparlante della stazione è stato diffuso il messaggio che “a causa ritardo del treno regionale” i passeggeri diretti a Rapallo e Chiavari avrebbero potuto utilizzare l’Intercity notte senza dover pagare il supplemento. Alle due stazioni di fermata già previste, Rapallo e Chiavari, sono state poi aggiunte due fermate straordinarie, Sestri Levante – circostanza di cui è stata data informazione attraverso l’altoparlante della stazione- e anche Zoagli. L’Intercity è poi partito con 12 minuti di ritardo -fanno sapere da Trenitalia – scesi a undici a Sestri Levante e poi “azzerato” al La Spezia. Gli altri passeggeri hanno invece dovuto attendere pazientemente la partenza del regionale, avvenuta con un’ora di ritardo (cinquanta minuti, secondo Trenitalia). Le cause tecniche non rivelate ai passeggeri consistevano nell’assenza a bordo del regionale 11319 del secondo macchinista, la cui presenza è viceversa obbligatoria per ragioni di sicurezza, durante le ore notturne. I responsabili della comunicazione di Trenitalia hanno affermato ieri che il macchinista non era stato vittima del software “impazzito” utilizzato per la programmazione dei turni, già al centro di polemiche nelle ultime settimane, ma di un improvviso malore. E che il tempo trascorso è stato necessario a reperire un sostituto che potesse aggregarsi al personale di bordo e condurre finalmente a casa i viaggiatori.
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