da La Stampa
Venezia – La biglietteria della stazione ferroviaria di Venezia è chiusa, le macchine automatiche non funzionano, il capotreno, alla richiesta di fare il biglietto sul convoglio esige per ciascuno dei quattro viaggiatori diretti a Mestre, un supplemento di 5 euro, che non viene versato. «Non è giusto, il disservizio è di Trenitalia, verifichi almeno il guasto», lo sollecitano i quattro. Ma la risposta è negativa, come quella di declinare le proprie generalità.
Invitato a segnarsi il nome o il numero del treno, uno dei viaggiatori apre il cellulare per fotografare lo schermo degli orari ma viene aggredito dal capotreno tanto da finire al pronto soccorso (10 giorni la prognosi iniziale indicata dai medici).
A fare le spese della reazione del ferroviere è stato Luca Triberti, 30 anni, abitante ad Alessandria, dipendente di una società di consulenza. L’aggressione è avvenuta alla stazione ferroviaria di Venezia, dove l’uomo era andato in vacanza con tre amici.
Nella denuncia presentata alla polizia, l’alessandrino ha segnalato che il capotreno, vedendolo fotografare lo schermo degli orari, lo ha colpito con pugni e calci in faccia, alle gambe e al basso ventre inveendo contro di lui con insulti e minacce di morte.
«Ha cercato strozzarmi con la cordicella della telecamera che avevo al collo, mi ha spaccato il cellulare, non ho più ritrovato l’orologio da polso dono di laurea, a distanza di giorni (l’episodio risale al 7 luglio; ndr) fatico ancora a parlare per lesioni alla mascella, ho dolori in tutto il corpo».
L’alessandrino, assistito da Fulvio Cassano, ha presentato querela contro chi sarà riconosciuto responsabile di quel pestaggio e chiede il risarcimento danni all’autore dell’aggressione e alle Ferrovie che, dice, devono anche assumere provvedimenti disciplinari a carico del dipendente.
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