Casale Monferrato (AL) – “Meglio in galera che a casa con quella rompiballe di mia madre”, così ha detto Maurizio Carelli, un pregiudicato di 43 anni sottoposto alla detenzione domiciliare a casa dei genitori. “Non ce la facevo più coi miei genitori che mi continuavano a rimproverare, a rendermi la vita impossibile, ne avevano sempre una” ha detto Carelli all’esterrefatto piantone che gli aperto la porta della prigione rispondendogli con ironia; “Si accomodi Carelli, le assegno la stanza”. E così Maurizio Carelli è tornato dentro. Volontariamente. Condannato per vari episodi di furto aggravato, compiuti ai danni di distributori automatici di bibite, doveva espiare un residuo di pena detentiva fino al 26 settembre 2012. Tuttavia nei giorni scorsi è stato condannato per il medesimo reato ad altri due mesi di detenzione. Una condanna accolta con “viva soddisfazione”, Carelli ha infatti scelto di “rientrare volontariamente” nell’istituto carcerario per scontare la pena, anziché rimanere in casa con i suoi genitori, poiché, a suo dire, questi ultimi gli rendevano la “vita impossibile”, privandolo della sua “libertà personale”.
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