Novi Ligure (AL) – Sono settant’anni che si continua a parlare di restauro del teatro Carlo Alberto di Novi Ligure, oggi chiamato inspiegabilmente Romualdo Marenco, dimenticando il grande Re sabaudo, liberale e padre del nostro Statuto prima della Costituzione Repubblicana, personaggio chiave della prima fase del nostro Risorgimento. Settant’anni durante i quali s’è sempre balbettato di reastauri (solo in parte iniziati), si sono spesi quattrini, si sono svolte riunioni tecniche, tavoli di concertazione, riunioni in commissione edilizia, pronunce stentoree dei vari sindaci comunisti, escluso Mario Angeli sindaco socialista della giunta di pentapartito 1985-1990. Ora c’è la fondazione “Marenco” che ha ripreso il discorso del restauro ed ha iniziato a mettere altri soldi sul tavolo provenienti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, 2,580 milioni, anche se per il recupero della struttura i tecnici del Comune di Novi hanno calcolato che occorrano almento 4 milioni di euro. E, siccome siamo in Italia, è facile prevedere che i 4 milioni preventivati non basteranno ed il progetto, ancora una volta, si fermerà. Per il momento arriveranno 2 milioni di euro da parte del ministero dei Beni Culturali ed il presidente Andronico su questo versante ha avuto rassicurazioni ancora recentemente. Tuttavuia, e tanto per cambiare, la progettazione e la realizzazione del restauro del “Marenco” si presentano complesse. L’obiettivo è ntenere l’intera struttura lignea originaria del teatro, particolarmente adatta ad una acustica perfetta, della sala e del palcoscenico oltre alle raffinate decorazioni. Successivamente si metterà mano alla Casa Giorgi di via del Municipio. I due staff tecnici che hanno vinto il concorso di idee indetto dalla Fondazione ormai qualche anno fa, uno di Pistoia e l’altro di Novi, hanno redatto un unico progetto che coniuga le peculiarità delle due visioni di restauro presentate nel 2006 dai due gruppi di lavoro. Il teatro Carlo Alberto (oggi Marenco) fu inaugurato il 2 ottobre 1839.
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