Il bilancio è sano e l’incognita lasciata dal buco fatto da Lorenzo Repetto in riferimento a Tributi Italia Srl non condizionerà l’applicazione delle aliquote Imu.
di Max Corradi
Castelletto d’Orba (AL) – Pesa ancora molto sulle casse del Comune di Castelletto d’Orba il debito lasciato dal precedente sindaco Lorenzo Repetto (nella foto), oggi impegnato a fare altri danni al vertice di AMAG ad Alessandria, a proposito del buco lasciato da Tributi Italia. Nonostante manchino ben 450.000 euro in cassa il Comune, a differenza che in passato, vanta un avanzo di bilancio di ben 111.000 euro. Il credito in attesa di riscossione da quasi 10 anni non condiziona le scelte, ma in questa fase di crisi impone cautela. La triste eredità lasciata da Repetto risale al 1998 quando l’allora sindaco di Castelletto d’Orba toglieva il servizio di riscossione tributi agli uffici del Comune per darlo a Tributi Italia Spa tramite la società Alto Monferrato Srl, una società pubblica di diritto privato di proprietà del Comune di Castelletto d’Orba (AL) voluta proprio da Repetto, di cui era socia sua moglie (ma va?). La storia delle società Alto Monferrato e Tributi Italia si intreccia con quella di Paghera perché se la Alto Monferrato Srl ha dato la commessa di riscossione a Tributi Italia Spa, la stessa Tributi Italia e Paghera hanno costituito un’associazione temporanea di impresa ad Aprilia, mentre l’allora sindaco Repetto aveva sottoscritto un documento in cui si legge che Paghera aveva realizzato lavori per mezzo miliardo nel suo comune (cifra risultata poi inventata dalla Procura di Latina), documento necessario all’associazione temporanea d’impresa Tributi Italia-Paghera all’ottenimento dell’appalto oggetto dell’inchiesta per l’esazione dei tributi comunali. L’interessamento di Repetto per Paghera si spiega anche con la sua nomina alla carica di consigliere del Cda di Paghera Ecobiotec Srl. L’intreccio tra Repetto, Paghera e Tributi Italia era chiaro ma resta avvolto nel mistero un misterioso incendio scoppiato nel Comune di Castelletto d’Orba nel settembre del 2000. I carabinieri avevano trovato due taniche di benzina, per cui si prefigurò l’ipotesi dell’incendio doloso. Chi aveva interesse ad appiccare le fiamme? E perché? Fra le altre cose, nel rogo sarebbe andata distrutta anche parte della documentazione relativa a Paghera per quanto concerne i presunti lavori da mezzo miliardo necessari per accreditarsi presso il Comune di Nettuno, rientranti nei requisiti di gara per avere l’appalto. Lavori che, come sappiamo, non sono mai stati fatti per quella cifra come accertato in seguito dalla stessa Procura di Latina. L’indagine sull’incendio ha stabilito che qualcuno all’alba fosse entrato nel municipio deserto, passando dal garage sottostante, utilizzato l’ingresso posteriore per salire al primo piano dove si trovano l’ufficio del sindaco, quello del segretario comunale e dell’anagrafe. Quindi, dopo aver aperto tutte e tre le porte, quasi a fare in modo che le fiamme potessero propagarsi con facilità, ha appiccato il fuoco. L’autore dell’attentato conosceva molto bene la dislocazione degli ambienti e sapeva muoversi alla perfezione anche al buio. L’intera vicenda è ancora sotto indagine da parte della Guardia di Finanza, ma suoi effetti non sono solo giudiziari per l’attuale sindaco d Castelletto Federico Fornaro deve fare i conti con un buco di quasi mezzo miliardo. Per questo motivo è prodente e non vuole toccare l’avanzo di bilancio in attesa dell’evolversi della vicenda giudiziaria di Tributi Italia. “Il fatto che non abbia mai superato l’importo del credito di Tributi Italia – ha detto al cronista il sindaco di Castelletto Fornaro -, significa che se non si fosse mai creato questo problema non avremmo mai dovuto ricorrere all’anticipo di tesoreria”. Ma il bilancio è sano e l’incognita Tributi Italia non condizionerà l’applicazione delle aliquote Imu. Alla discussione del bilancio consuntivo venerdì sera i consiglieri di opposizione si sono astenuti. Il problema è l’incertezza sui dati relativi ai trasferimenti da parte dello Stato. Per quanto riguarda la prima casa sarà mantenuta l’aliquota base, mentre si sta valutando l’aliquota sulla seconda casa con possibili adeguamenti per l’addizionale Irpef. Gli agricoltori che non pagavano l’Ici non pagheranno l’Imu sui terreni agricoli.
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