Sindaco Fabbio, con annessa Giunta, è la domanda che crea l’offerta e non il contrario come credono le anime un po’ troppo semplici e la crisi non si combatte con la ripetizione bovina degli stessi identici errori del passato! Alessandria è da anni un cimitero di serrande chiuse e vetrine vuote tra un raggelante proliferare di cartelli ” Vendesi-Affittasi” riguardanti negozi e superfici commerciali. E ciò, è giusto riconoscerlo, già ancor prima del suo arrivo, con una presenza diffusa in tutte le vie della città, comprese le più prestigiose. Di fronte al perdurare di questa peste, cosa fa il Comune? Propone di creare un’ennesima area commerciale associata ad un nuovo parcheggio da scavarsi sotto piazza Garibaldi. Ma questa è una strada già battuta in passato nella nostra città e con esiti tanto costosi quanto negativi le cui conseguenze sono ancora oggi di fronte agli occhi di tutti. A portare un minimo di buon senso non è infatti bastato quanto avvenuto con il centro commerciale Pacto e con quello identico nell’area dell’ex mercato coperto rimasti per anni spettralmente privi di clienti e di cui oggi non sa più che fare. Eppure a sentire i loro primigeni ideatori dovevano essere la dorata lampada di Aladino del commercio cittadino in grado di attirare acquirenti provenienti dall’intero contado. Ed inoltre la nuova accoppiata posteggio-negozi, ricavati questa volta sottoterra, altro non è che il raddoppio speculare di un identico progetto riguardante piazza della Libertà di cui è già stato dato l’incarico di studio ad un architetto alessandrino e ad uno studio di Roma, ma in grande silenzio facendone la minor pubblicità possibile. L’investimento per piazza Garibaldi è previsto in 15,5 milioni di euro per le opere più altri 3,8 a disposizione. Per farne che cosa ancora non si sa. Tra l’altro una spesa analoga dovrebbe essere prevista anche per il misterioso posteggio più negozi di piazza della Libertà. Dove prendere i soldi, altro mistero, visto che, oltre al Comune si sono mangiati anche la Cassa di Risparmio e nessuna banca è disposta a fare credito ad un ente pubblico praticamente fallito. Ma non è tutto! Dell’attuale mercato ambulante in Piazza Garibaldi, una delle poche attività che funzionano, molto frequentato dagli alessandrini poiché adeguato ai tempi per i suoi bassi prezzi, cosa si fa? Lo si chiude? Lo si trasferisce? E dove? Forse in qualche sperduta piazza periferica, una delle poche sopravvissute alla furia distruttrice degli spazi liberi, propria delle passate amministrazione comunali di ogni tendenza e colore? Altro fenomeno che non ha giustificazione è l’avere recintato le piazze davanti alle chiese,dopo essere state per secoli luoghi vivi e popolati di fiere e mercati(vedi piazza del Duomo e piazza S. Stefano) trasformandole in deserti privi di vita. Alla feroce guerra contro le piazze non è stata nemmeno sottratta S. Maria di Castello sul cui capo grava la spada di Damocle di progetti nefandi con cui si vorrebbe localizzare anche una specie di teatro all’aperto. Ma è possibile che la palese incultura della classe politica alessandrina, ed in merito ci riferiamo all’intero arco costituzionale, nessuno escluso, sia arrivata al punto di non capire ciò che si sapeva già sin dagli albori dell’urbanistica cioè che le piazze più grandi sono più belle sono e costituiscono assieme alle aree interne alberate la ricchezza estetica di una città? Anni addietro, poiché l’idea di distruggere le piazze è per Alessandria una storica dannazione, quando si cercò di lottizzare piazza della Libertà costruendovi sopra enormi palazzi, si creò persino uno slogan demenziale (gli spazi vuoti vanno colmati…) con il bel risultato di farci ridere dietro da tutta l’Italia. L’improvvida iniziativa fu bloccata per rivolta popolare. Ci auguriamo che la stessa cosa avvenga per la moltiplicazione dei negozi sotterranei chiaramente destinati a rimanere vuoti dopo essere stati pagati con denaro pubblico.
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