Novi Ligure (AL) – Nell’ambito del programma “Maggio dei Libri” sarà presentato a Novi, con introduzione della professoressa Graziella Gaballo dell’ISRAL, nel salone conferenze della Biblioteca Civica in Via Marconi venerdì 4 maggio alle 17.00, il volume : “8 Settembre 1943 – Prigioniero della Pace” di Alberto Guenna (nella foto, nel 1943) a cura del nostro direttore Andrea Guenna che è il figlio dell’autore, scomparso 17 anni fa. Si tratta dell’interessante, e per certi versi unica nel suo genere, storia di un italiano che l’otto settembre 1943 è stato deportato in un lager nazista in Germania per tornare a casa due anni dopo. Si tratta di un diario scritto a matita in sei quaderni ritrovati da Andrea Guenna. Lì dentro c’è la storia d’un italiano deportato il giorno dell’armistizio che avrebbe dovuto portare la pace. Si può leggere molto fra le righe, e si può capire altrettanto mettendosi nei panni d’un uomo che, ad un certo punto della sua vita, s’è reso conto che tutto ciò in cui credeva era crollato. C’è scritto tutto, quasi giorno per giorno, dal momento della cattura da parte dei tedeschi, a quello del ritorno in Patria due anni dopo. Alberto Guenna era un I.M.I., un Internato Militare Italiano, uno di quel milione di italiani che, dopo la proclamazione dell’armistizio da parte del Maresciallo d’Italia e Capo del Governo, Generale Pietro Badoglio, sono stati catturati dai tedeschi e deportati nei lager in Germania. Si tratta d’un racconto vivo e spontaneo d’una delle tante vicende della seconda guerra mondiale che è considerata la più grande tragedia della storia con 55 milioni di morti cui prese parte, a partire dal giugno del 1940 (un anno dopo l’inizio del conflitto), anche l’Italia di Mussolini. Per noi italiani la situazione iniziò a precipitare già alla fine del 1942, fino alla svolta del 25 luglio 1943, quando fu arrestato Mussolini e cadde il Fascismo. Gli alleati tedeschi, che sospettavano un prossimo ritiro dell’Italia, avevano progressivamente insediato qui da noi molti reparti nel tentativo di tenere sotto controllo una situazione che rischiava di sfuggire loro di mano. Ed avevano ragione perché il governo italiano, retto da Badoglio succeduto al Duce, avviava trattative segrete con gli Anglo-Americani e, il 3 settembre 1943 a Cassibile (Siracusa) il generale Giuseppe Castellano, a nome di Badoglio, e Walter Bedell Smith (futuro direttore della CIA) a nome di Eisenhower, firmarono una pace separata, cioè l’armistizio col quale, in pratica, l’Italia si arrendeva senza dettare condizioni. L’annuncio fu trasmesso per radio cinque giorni dopo, alle 19,40 circa dell’otto settembre dallo stesso capo del governo italiano. La storia che ha visto testimone e protagonista Alberto Guenna iniziava in quel preciso momento. Richiamato alle armi da un mese, Alberto Guenna stava prestando servizio alla caserma Passalacqua di Tortona in provincia di Alessandria. La sera dell’otto settembre, proprio mentre il maresciallo Badoglio dava per radio l’annuncio dell’avvenuto armistizio, era a passeggio per le vie del centro con l’amico Breventani suo concittadino. Ad un tratto una folla in delirio inneggiante alla pace si riversò per le strade. Presto la successione dei fatti diventò rapida e drammatica per noi, coi tedeschi inferociti che dovevano rimediare ad una situazione difficile per loro a causa della perdita d’un alleato. Fu così che pensarono di deportare i nostri militari in Germania ottenendo un duplice risultato: da un lato avrebbero indebolito un esercito, quello italiano, che poteva diventare da un momento all’altro loro nemico (cosa che avvenne poco tempo dopo) e, dall’altra, avrebbero potuto destinare gli italiani come operai nelle fabbriche tedesche, richiamando alle armi gli operai tedeschi.
Leave a Reply
Devi essere connesso per inviare un commento.