Sorprendente presa di posizione di Daniele Borioli, segretario provinciale PD, che sconfessa la giustizia internazionale sportiva che ha condannato Roberto La Barbera, campione paralimpico alessandrino ma anche candidato in consiglio comunale nella lista del PD che appoggia Rita Rossa, squalificandolo fino a luglio per doping. Il caso sollevato in una lettera firmata da autorevoli atleti e personaggi sportivi alessandrini. Il PD provinciale: “Polemica strumentale”
Alessandria a.g. – Roberto La Barbera, il velocista campione paralimpico e olimpionico alessandrino di atletica, tedoforo ai Giochi di Torino 2006, essendo stato squalificato fino al luglio di quest’anno per una brutta vicenda di doping, secondo qualcuno avrebbe fatto meglio a non presentarsi alle prossime elezioni amministrative di Alessandria in qualità di candidato al Consiglio Comunale. Lo rendono noto alcuni autorevoli esponenti dell’atletica alessandrina che hanno inviato una lettera-denuncia alla stampa nella quale si evidenzia il fatto che l’atleta compare, oltre che in quella dei dopati, anche nella lista del PD in appoggio a Rita Rossa pur essendo stato squalificato a livello internazionale fino al mese di luglio di quest’anno. La cosa per Rita Rossa non è certo positiva in quanto presentare uno squalificato per doping nella propria lista non va bene. Molti giurano che la bionda socialista vicina a Palenzona non fosse al corrente – come anche in tante altre circostanze e per altre vicende di pubblica amministrazione – altri invece affermano che fosse al corrente ma, essendo sicura di stravincere, non abbia dato peso alla vicenda. Ma qualcuno le ha fatto le pulci ed ora gli elettori, sempre meno secondo gli ultimi sondaggi, che volevano darle il voto, stanno cambiando idea. Tra i firmatari della lettera, Franco Balza, Maddalena Grassano, Enrico Talpo e Giovanni Guazzotti, tutti nomi di primo piano dell’atletica provinciale, anche se i più attenti sottolineano il fatto che Guazzotti corra alle amministrative per una lista che appoggia il candidato sindaco Mara Scagni, mentre la Grassano, olimpionica a Monaco ‘72, spalleggierebbe l’attuale primo cittadino Piercarlo Fabbio. Fra le altre cose, a proposito del volantino elettorale del PD in appoggio a La Barbera, nella lettera-denuncia si legge: “Nel volantino in cui (La Barbera, n.d.r.) chiede il voto, si è dimenticato di spiegare alla gente che lui è stato squalificato fino al 22 luglio 2012, con sentenza del Tas di Losanna che evidenziava la positività ad un controllo e alle successive controanalisi. Ci chiediamo come il signor Roberto La Barbera possa essere un candidato credibile, avendo questo tipo di certificazione. Non ci sentiamo rappresentati, al contrario siamo disonorati dal primo e speriamo unico alessandrino incappato in questa vicenda poco pulita e scorretta”. Si tratta di un colpo basso o di una legittima denuncia dettata da motivi squisitamente etici? La Barbera risponde al cronista dicendo: “Ciò che ho fatto per lo sport e per Alessandria è frutto di sudore e di fatica, con sei ore al giorno di allenamenti al Campo Scuola. Ho sputato sangue e mi piacerebbe che tanti La Barbera arrivassero ai miei livelli. Non intendo fare propaganda a chi mi denigra, dico solo che loro non rappresentano gli atleti di questa città”. Ma è Daniele Borioli, attuale segretario provinciale del PD, oltre che ex assessore ai trasporti della Regione Piemonte (poi sonoramente trombato dai pendolari che, evidentemente insoddisfatti del suo operato, lo hanno rimandato a casa a fare il dipendente comunale a Valenza), a prendere a spada tratta le difese di La Barbera: “La Barbera ha ormai saldato i conti con la giustizia sportiva, fra pochi mesi sarà riqualificato e tornerà a essere pulito, quindi potrà avere gli stessi diritti degli altri atleti (sì ma dopo la data delle elezioni, perché resta squalificato e l’accusa di doping non è stata smentita; n.d.r.). Ma, a parte un rilievo importante che lo riguarda sotto il profilo agonistico, qui siamo di fronte a un candidato al consiglio comunale che ha dignità pari a quella di tutti gli altri. Tirarlo in ballo per una vicenda vecchia di due anni sarebbe già scorretto, lo è di più perché hanno sollevato il caso persone che sono parte in causa”. Per Borioli – ma da lui abbiamo sentito di peggio quando era assessore – la sentenza della giustizia sportiva internazionale è aria fritta, come la squalifica fino a luglio, perdurante in piena campagna elettorale. Così si viene a sapere che il segretario provinciale del PD, quindi il PD nel suo insieme, col solito piglio risoluto se ne infischia dei tribunali, in questo caso sportivi, e delle loro sentenze. A questo proposito, se vi fossero state ancora delle perplessità, è lo stesso PD a sgombrare il campo da qualsiasi dubbio bollando la vicenda come una: “Polemica strumentale, almeno due di loro (gli estensori e firmatari della lettera-denuncia, n.d.r) si candidano o hanno parenti in lista” e gira la frittata contro i denuncianti. Berlusconi docet.
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