Hanno pochi crediti ma troppe sofferenze perché danno i soldi alle persone sbagliate e li negano a quelle giuste strozzando l’economia.
di Morya Longo
Milano (da Il Sole 24 Ore) – Le banche italiane riescono a smentire il luogo comune secondo cui «chi più fa, più sbaglia»: perché riescono a fare poco (cioè a erogare meno credito rispetto agli istituti esteri), ma a sbagliare tanto (scegliendo soggetti meno affidabili rispetto ai concorrenti esteri). Sono le elaborazioni di Accenture su dati World Bank, Global Insight e Banca d’Italia, a dimostrarlo: nella Penisola ci sono meno crediti rispetto al Pil, ma quei pochi sono più deteriorati che all’estero. Nel 2011 il totale crediti in essere erogati dalle banche italiane ammontava al 116% del Pil nazionale: meno rispetto al 133% delle banche tedesche, al 138% di quelle francesi, al 222% di quelle inglesi e spagnole, al 202% di quelle statunitensi. Se però si va a vedere quanti di quei crediti sono andati a male (quindi sono ormai catalogati come non performing, cioè deteriorati) si scopre che gli istituti della Penisola battono tutti: nel 2011 in Italia i crediti non performing ammontavano al 10,4% del totale impieghi, contro appena il 4% della Spagna, il 6,2% della Germania, il 5,2% della Francia, il 6,6% della Gran Bretagna e il 4,2% degli Usa. Il confronto è forse un po’ falsato dal fatto che in ogni Paese varia leggermente il concetto di crediti non performing. Ma questo non cambia l’allarme: comunque si guardino i bilanci, gli istituti italiani risultano più zavorrati dai finanziamenti deteriorati rispetto ai concorrenti esteri. Come mai? Da un lato le banche italiane (a causa anche di un sistema giudiziario che non brilla in efficienza) sono meno agili nel recupero: per incassare un credito in Tribunale servono in Italia 12-14 anni, contro i 4-5 in Spagna. Questo non aiuta a smaltire la zavorra. Per questo tanti pensano che le banche dovrebbero lavorare maggiormente, anche affidandosi a società specializzate, in via stragiudiziale. Dall’altro, però, c’è forse anche un altro problema: alcune banche sono caute nell’erogare finanziamenti ai piccoli (Pmi e famiglie), ma sono un po’ più di manica larga quando lavorano con i grandi gruppi (anche con quelli in difficoltà). Anche questo non giova al benessere dei bilanci.
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