I Comuni alessandrini confinanti con la provincia di Pavia sono lasciati al loro destino dalla Provincia di Alessandria retta da Filippi e Rita Rossa, totalmente sorda ed inerte, che non ha mosso un dito per difendere i sacrosanti diritti dei comuni alessandrini che devono subire un insediamento da molti considerato devastante
Castelnuovo Scrivia (AL) – “Siamo stufi di subire le decisioni da furbetti della Provincia di Pavia (e della Lombardia) che collocano al confine con il Piemonte i loro impianti più a rischio – spiega Antonello Brunetti a nome del Comitato della Bassa Valle Scrivia che si oppone alla realizzazione della centrale a biomasse -. Ben 110 le strutture sorte in Lomellina, ai margini con il Piemonte, per produrre biogas spazzando via allevamenti e risaie. Inoltre l’accordo di riconversione produttiva dello stabilimento saccarifero di Casei Gerola prevede la costruzione a Casei di una centrale a combustione di biomassa. L’impianto però non sorge nell’area dell’ex zuccherificio ma occupa nuovi terreni di cui una parte a destinazione agricola”. È vibrante la protesta dei comuni dell’alessandrino (Castelnuovo Scrivia, Guazzora, Molino dei Torti, Isola San Antonio ed Alzano) che tentano di opporsi alla realizzazione della centrale a biomassa di Casei Gerola (PV), una struttura in grado di produrre fino a 50 megawatt bruciando sorgo e legnami. L’accordo tra gli assessori della regione Lombardia Giulio De Capitani (Agricoltura) e Domenico Zambetti Presidente del Tavolo territoriale di Pavia, la Provincia di Pavia, il Comune di Casei Gerola, Finbieticola Casei Gerola, Immobiliare Casei Gerola, Confagricoltura – Unione Agricoltori Pavia, Confederazione Italiana Agricoltori, Fai-Cisl e Flai-CgilSe è del 29 dicembre 2011. Subito i comuni limitrofi della provincia di Alessandria hanno presentato una serie di osservazioni che mettono in luce alcune criticità come quella della localizzazione della centrale, che dovrebbe sorgere su terreni agricoli, e dell’impatto ambientale derivante dalla massa bruciata di circa 90.000 tonnellate che ne produrrà circa 20.000 sotto forma di fumi e di vapori emessi a 80 gradi di calore. Quindi ogni giorno ben 52 tonnellate usciranno dal camino. Ma non basta perché non sono previsti controlli sul territorio circostante, anche e soprattutto quello della provincia di Alessandria, e non viene specificato che fine faranno le 36 tonnellate quotidiane di residui solidi e ceneri che potrebbero danneggiare la falda freatica e la zona protetta del Parco del Po, distante non più di 2 km dal sito dell’impianto. La provincia di Alessandria è completamente assente mentre la Conferenza dei servizi deciderà giovedì. Sembra certo che l’impianto si farà, con il benestare della Provincia di Pavia e del Comune di Casei. Tuttavia i comuni aderenti al Comitato della Bassa Valle Scrivia (Alessandria) giocheranno l’ultima carta proponendo in alternativa un impianto anaerobico con biomasse, della potenza di 5 mgw, nell’area ex-zuccherificio, con produzione assai più pulita, di biogas metano da inserire nelle tubature che forniscono gas ai privati. La proposta è in un volantino dove si illustrano anche i motivi per cui il Comitato si oppone alla centrale.
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