Un prezzo lievitato di una volta e mezza. 115 milioni di euro al chilometro per andare da Genova a Tortona. Il sospetto delle infiltrazioni malavitose tra i soci del general contractor. Palenzona, Bressan e la famiglia Ercolano.
di Andrea Guenna
TERZA PARTE
Alessandria – In tutta la vicenda del Terzo Valico spicca sempre la figura di Fabrizio Palenzona, artefice del progetto da lui caldeggiato fin da quando era sindaco di Tortona (1985 – 1995). Ma non solo. Palenzona è anche vicepresidente di Unicredit e consigliere di Mediobanca, un uomo potente, vero anello di congiunzione tra il mondo bancario e quello degli affari. Non basta perché il “Gigante di Pozzolo” è anche l’eminenza grigia e nume tutelare del territorio (consigliere di Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria) uomo di fiducia del Gruppo Gavio, e uno che conta anche nel ramo della logistica e dei trasporti. In tutta la vicenda del Terzo Valico dei Giovi Palenzona giuoca un ruolo di primo piano partendo dall’Interporto di Rivalta Scrivia in provincia di Alessandria, da dove è iniziato tutto. Infatti Fabrizio Palenzona deve il suo attuale potere in gran parte al fatto che è stato per due mandati consecutivi presidente della Provincia di Alessandria. Ha giocato bene le sue carte e lì ha gettato le basi del suo indiscusso successo personale e professionale, nel settore bancario, industriale, finanziario. Ed è lì che Palenzona ha creato la sua tasc force sul territorio mandrogno fatta di politici ad ogni livello e di ogni colore e di eminenze grigie ad ogni livello e di ogni colore. Si fanno nomi che chi scrive conosce, ma nulla è dimostrabile per cui, almeno su questo piano, chi scrive preferisce non andare oltre. Ma la rete c’è e funziona benissimo. Funzionerà altrettanto bene per designare il prossimo sindaco di Alessandria, città da rilanciare dopo la disastrosa gestione di Piercarlo Fabbio, che sembra essere andato in disgrazia nei confronti di Palenzona proprio perché si è permesso di fare di testa sua senza stare a sentire chi di dovere. Ma, come si dice, anche lui, Palenzona, ha trovato pane per i suoi denti. Quel pane ha un nome ed un cognome: Carlo De Benedetti. Uno che non scherza, intelligente e spietato. Uno che non fa prigionieri. E se Palenzona appartiene alla lobby vaticana e opusdeiana, De Benedetti a quella ebraica. Un bello scontro, uno scontro tra titani. Berlusconi con De Benedetti ha perso e, per uno che è abituato a vincere, è tutto dire. Fatto sta che l’estate scorsa De Benedetti ha iniziato ad attaccare dando l’imprimatur ad una pubblicazione al vetriolo su Palrenzona e i suoi amici apparsa su l’Espresso del luglio 2011. Non lo accusa di niente in modo esplicito ma segnala una storia di ammiccamenti tra la logistica siciliana e quella nostrana, quella dei Gavio, quella di Rivalta Scrivia e del Porto di Genova, passando dal Terzo Valico. L’Espresso tira in ballo la Sud Trasporti della famiglia Ercolano, “ramo del gruppo Santapaola” famiglia coinvolta in una serie di processi per mafia iniziata da Falcone e Borsellino. Famiglia con parentele sospette, e massima allerta da parte della Direzione Investigativa Antimafia, se è vero che “nell’entourage famigliare dei proprietari di Sud Trasporti gli arrestati per reati di mafia sono 22, e molti di questi con condanne definitive”. Ma la Sud Trasporti è gestita da un incensurato, Angelo Ercolano, anche se lo zio Pippo è stato reggente della cosca Santapaola (Nitto è suo cognato), mentre il cugino Angelo sta all’ergastolo per aver ammazzato Giuseppe Fava. Per decenni la famiglia Ercolano ha investito i propri denari nella ditta di trasporti Avimec poi confiscata per mafia. E non c’è subappalto per movimento terra, da quelle parti della Sicilia, che, sempre secondo l’Antimafia che indaga su di lei, sia sfuggito alla premiata ditta Ercolano. Tuttavia la famiglia Ercolano, almeno per quanto riguarda la Sud Trasporti, è pulita perché Giovanbattista Ercolano, padre dell’attuale presidente Angelo, 35 enne ultimo rampollo incensurato, è stato assolto nel 1998. Incensurato Angelo, assolto Giovambattista. Per Palenzona questo può bastare e l’uomo dei Gavio parte per Catania per sancire un accordo sulla logistica e sui trasporti nazionali. Primo atto dell’alleanza è la nomina a direttore generale della Sud Trasporti con sede anche a Rivalta Scrivia dell’ex assessore ai trasporti del Comune di Alessandria (2002 -2007) ingegner Mauro Bressan, palenzoniano doc con un bel curriculum da manager del settore logistica. Il colpo assestato dai debenedettiani è micidiale, Palenzona incassa, Bressan barcolla e reagisce esprimendo indignazione per queste speculazioni giornalistiche, per poi rivendicare risultati di eccellenza di Sud Trasporti, che con i suoi 70 dipendenti, 600 camion e oltre 20 milioni di euro di fatturato va davvero forte. Bressan gioca in casa perché non lavora a Catania ma qui da noi a Rivalta Scrivia, nell’’Interporto che, oltre ad essere uno dei più grandi d’Europa, è nelle mani, ma guarda un po’, della famiglia Gavio socia della famiglia Fagioli. La Sud Trasporti ha la propria sede operativa per il Nord Italia proprio a Rivalta. Ma il valzer delle coincidenze, se così si può dire, non finisce perché la banca finanziatrice di Sud Trasporti è una banca del nord di cui Palenzona è vicepresidente, sì proprio lei: Unicredit. Il sillogismo porta diritto al Terzo Valico perché il Terzo Valico proprio qui finisce, a Tortona. Infatti i treni veloci arrivano a trecento all’ora e proseguono per Milano, almeno per ora, sulle rotaie antiche e vanno al massimo a 180. Insomma lo Stato Italiano spende 6,2 miliardi, euro più, euro meno, per fare arrivare i treni veloci dove fa business l’interporto dei Gavio. Un’altra coincidenza?
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