Giungono in ambienti vicini all’amministrazione comunale notizie che, se confermate, segnano una svolta inaspettata e sotto certi aspetti drammatica, della vicenda del possibile dissesto del Comune di Alessandria. È probabile che la Corte dei Conti Piemontese abbia deciso di non decidere chiedendo alla Giunta Fabbio altra documentazione (non sappiamo quale ce ne possa essere ancora dopo la mole di corrispondenza già intercorsa) da presentarsi entro il 4 di maggio, riservandosi dopo quella data ogni decisione sulla certificazione del dissesto. Qui si vuole, per rispetto di chi legge e di tutti i cittadini, solo elencare alcuni fatti irrefutabili, commentare in coda.
1. Le due magistrature (penale e contabile) allineano le date del giudizio di merito a dopo le elezioni cittadine (in vista per il 6 maggio e espletate al massimo al 20 in caso di ballottaggio).
2. Nessun impedimento per l’attuale Sindaco di riproporsi, né sono a breve ravvisabili conflitti fra la candidatura e l’interesse del Comune.
3. La portata del disavanzo debitorio certificato non cambia (vicino ai 100 milioni di euro), né la richiesta di danno erariale alla maggioranza , né la portata delle accuse agli esponenti incriminati .
4. Le elezioni si terranno e sarà nominato un Sindaco prima della nomina eventuale (a questo punto pare molto eventuale) di un Commissario.
5. Si afferma esplicitamente in documenti ufficiali (uno dei quali è pubblicato, ora, dal nostro quotidiano) che la soluzione prossima sia da ricavare vendendo la rete Gas della città quotata a prezzi molto vicini al disavanzo stimato (ma va?).
6. La difesa della giunta affidata a professionisti bocconiani e a fiscalisti di fama ha sortito l’effetto di sospendere il Commissariamento permettendo elezioni in cui nessuno ha la patente di risanatore (la vecchia maggioranza di sinistra) o di sfascia città (la vecchia maggioranza di destra).
Questi sono fatti e nessuno può confutare, come nessuno confuta che Alessandria non ha un soldo in cassa, la Tesoreria scade il 31 marzo e il patto di stabilità è stato sforato e vieta qualunque forma di assunzione e di ampliamento della Pianta organica. Nonostante tutto questo Alessandria sta per assistere a una delle più colossali colate di cemento del secolo in parte pubblica e in parte privata , proprio in un momento dove la provincia è sotto la lente d’ingrandimento dei giudici in quanto il gruppo promotore delle opere è impegnato in varie inchieste da parte di altre Magistrature. In queste condizioni si va a votare e ci l’alternanza che mai come in questo caso è “un’alternativa a passo di danza” e il nuovo sindaco continuerà, né potrà fare altrimenti, la politica delle opere impostate dalla precedente amministrazione, con l’aggiunta del Terzo Valico per quanto riguarda la logistica locale a supporto. Spiace solo che i servizi alla persona saranno devastati, centinaia di operatori del settore rimarranno senza lavoro, il centro storico degraderà, i poveri di ogni colore e nazionalità saranno sempre più abbandonati alla carità privata e chi ci guadagna ballerà una danza macabra. Domani rifletteremo a freddo sperando che la parte migliore della città chieda il conto a chi i conti non vuole fare.
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