Novi Ligure (AL) – “Unità per Novi” la sigla che raggruppa Sel, Rifondazione Comunista e Comunisti italiani ha chiesto di inserire all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale del 20 marzo prossimo una mozione sul Terzo Valico. Dopo le bandiere No Tav della Pieve, nella zona dove sorgerà uno dei cantieri più importanti, il dibattito approda in consiglio comunale per dibattere sul progetto alla ricerca di soluzioni alternative ed esprimendo contrarietà al progetto. Sforzo inutile e prettamente propagandistico perché i politici novesi sanno benissimo che ormai il progetto resta quello che è, e il Terzo Valico si farà. Il sindaco Lorenzo Robbiano, nei giorni scorsi, ha scritto al ministro Corrado Passera per avere ragguagli in merito alla tempistica e al progetto del Terzo Valico nel territorio novese. Il problema è innanzi tutto logistico in quanto la presenza di una pesante cantieristica prevede, solo a Novi, l’impiego di circa novecento persone. La polemica poi tocca anche l’aspetto della procedura perché Unità per Novi sottolinea il fatto che non ci sarebbe stato il rispetto della normativa che prevede l’assegnazione dell’opera ad un’impresa scelta con gara europea. Non soddisfano neppure le risposte del Cociv che gestisce la realizzazione dei lotti riguardo alle opere compensative richieste dai Comuni, in particolare, sul rilancio dello scavo ferroviario di San Bovo. Unità per Novi si lancia infine ad analizzare il problema nel suo complesso e afferma che sarebbe opportuno, dato il costo di 6,2 miliardi di euro per 53 chilometri e la pesante crisi economica che il Paese sta attraversando, considerare le alternative al Terzo Valico concernenti il potenziamento delle linee merci esistenti attualmente ben lontane dalla saturazione, con un traffico in costante diminuzione, come le recenti statiche riportate dall’Autorità Portuale di Genova.
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