Ponzone (AL) – Nella sua casa-museo a Caldasio, frazione del comune di Ponzone, è morto Ando Gilardi, uno dei mostri sacri della fotografia italiana le cui opere di spregiudicata avanguardia hanno fatto scuola, e molte volte scandalo, nelle fototeche di tutto il mondo. Ebreo, deportato in campo di concentramento in Germania, ebbe l’incarico ufficiale dagli Alleati di fotografare i sopravvissuti per raccogliere e certificare le prove contro i responsabili della Shoah nel processo di Norimberga. Tornato in Italia lavorò come fotografo per giornali come Il Lavoro e Vie nuove. Lui stesso fondò alcuni settimanali come Photo 13, Phototeca e Index.Suoi libri, Storia sociale della fotografia, Wanted ed il dissacrante Storia infame della fotografia continuano ancora oggi a costituire un punto fermo per tutti i cultori del ramo. Se n’è andato, a 91 anni. Dal 1993, era tornato ad abitare nella casa di famiglia con la moglie Luciana Barbarino, sposata nel 1950. Da tempo, la sua grande finestra sul mondo era internet. Facebook, Google, che frequentava con assiduità e passione. Nonostante l’età, la tecnologia e i nuovi media per lui, sempre attivo e intellettualmente incontenibile, non erano un ostacolo ma una risorsa. Tanto che nel 2008 aveva fondato anche TubArt, il suo canale personale su Youtube. Per lui, come fanno sapere dal Comune, non ci saranno funerali, ma solo la cremazione, oggi, a Genova. Ad Ando,il nostro ultimo saluto.
Leave a Reply
Devi essere connesso per inviare un commento.