Serravalle Scrivia (AL) – Lo sciopero che doveva essere di quattro ore si è prolungato per tutto il giorno ieri alla KME di Serravalle Scrivia, la multinazionale italiana ex “SMI – Società Metallurgica Italiana”, con sede a Firenze, ma operante su base europea, con una posizione di assoluto rilievo nel panorama internazionale della trasformazione del rame. La dirigenza aveva convocato per le 8,30 un’assemblea dei dipendenti «senza avvisare le Rsu e in una giornata in cui era già stato proclamato lo stato di agitazione. Questo fatto ha scatenato la reazione del sindacato che ha prorogato l’agitazione. Alla base c’è il piano di salvataggio industriale relativo alla produzione di tubi. Lo scorso autunno Kme aveva preannunciato la necessità di tagliare 60 posti di lavoro. Un punto su cui i sindacati non sono disposti a trattare. L’azienda, in una nota fa riferimento al notevole peggioramento del mercato che rende necessari interventi produttivi e della gestione del personale. Esiste in proposito un progetto di salvataggio e di rilancio del reparto tubi di Serravalle con lo spostamento in loco di 10.000 tonnellate con il raddoppio dei tubi destinati all’uso domestico (acqua, gas) di un prodotto di maggior valore aggiunto e spostamento in altri siti della produzione dei tubi industriali. L’azienda propone azioni per il miglioramento della produttività, con la revisione della gestione delle pause, conseguente continuità del lavoro delle macchine, incremento della flessibilità attraverso un nuovo metodo di gestione degli straordinari per il futuro. Secondo i sindacati invece il gruppo investirà 10 milioni di euro in Francia e solo 3milioni a Serravalle.
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