Al processo Eternit di Torino condannati i proprietari. Applauso dei parenti delle 2.900 vittime. Sedici anni a Schmidheiny e de Cartier de Marchienne. Milioni di euro di risarcimenti. La difesa conta di rifarsi in appello.
Torino (tratto da TGCOM) – alle 16,45 la sentenza più attesa ha dato finalmente ragione alle vittime dell’amianto. Il tribunale di Torino ha condannato in primo grado a 16 anni di carcere Stephan Ernest Schmidheiny, 64 anni, e Jean Louis de Cartier de Marchienne, 90 anni, gli ultimi proprietari dell’azienda, accusati di disastro doloso permanente e omissione dolosa di misure antinfortunistiche. I due imputati sono quindi ritenuti colpevoli di disastro doloso solo per le condizioni degli stabilimenti di Cavagnolo (Torino) e Casale Monferrato (Alessandria). Per gli stabilimenti di Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli) i giudici hanno dichiarato di non doversi procedere perché il reato è prescritto. Il Presidente del Tribunale Giuseppe Casalbore è passato poi a elencare gli indennizzi a favore delle parti civili, che sono alcune migliaia. “Con la sentenza di oggi – ha detto il PM Guariniello – abbiamo realizzato il sogno di dare giustizia a molte famiglie”. E Bruno Pesce, presidente della Aneva, l’associazione che riunisce i familiari delle vittime dell’amianto, aggiunge: “Questa sentenza rende giustizia alle famiglie. I 16 anni inflitti agli imputati – ha aggiunto Pesce – dimostrano che nell’accaduto vi furono consapevolezza e dolo. Purtroppo il disastro che hanno provocato è ancora in corso”. Per la difesa c’è ancora ampio margine di assoluzione e si spera nell’appello: “La prima battaglia l’abbiamo persa – ha dichiarato l’avvocato Astolfo Di Amato -, sicuramente ci appelleremo”. Anche l’avvocato Cesare Zaccone, legale di De Cartier, conferma l’intenzione di fare ricorso e osserva: “Una sentenza che non ci aspettavamo”. Nel dettaglio la Corte ha stabilito 15 milioni di risarcimento per l’Inail, 100mila euro per ogni sigla sindacale costituita parte civile, a partire dalla Cgil, 100mila euro per l’Associazione familiari vittime amianto, 70mila euro per il Wwf, 4 milioni di euro per il Comune di Cavagnolo (Torino), 70mila euro a Medicina democratica. Spiccano anche i risarcimenti decisi a favore del Comune di Casale Monferrato (25 milioni di euro) e della Regione Piemonte (20 milioni). Dopo la sentenza il giudice Giuseppe Casalbore ha reso noti i risarcimenti decisi per le parti civili, in particolare elencando tutti i familiari delle vittime. La Corte ha stabilito un risarcimento di 30mila euro per ogni congiunto. Per alcuni ammalati sono stati stabiliti 35mila euro di risarcimento. Il riconoscimento economico finale sarà poi deciso in un successivo processo civile. Il ministro Renato Balduzzi a caldo ha dichiarato: “È una sentenza che senza enfasi si può definire davvero storica, sia per gli aspetti sociali che per gli aspetti strettamente tecnico-giuridici. Corona una lunga battaglia – ha aggiunto il ministro – che ha visto fianco a fianco la Repubblica, nel senso di tutti i livelli istituzionali, e il pluralismo sociale, in particolare forze sindacali e associazionismo dei familiari delle vittime”.
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