Sono stoccati a margine della pista dello storico ippodromo novese. Basta toglierli e portarli dove devono essere portati. Invece è polemica.
Novi Ligure (AL) a.g. – La vicenda dei pannelli di amianto all’ippodromo Corrado Romanengo fa un po’ sorridere anche perché, invece di dibattere se si tratti di amianto o meno, sarebbe più utile e semplice toglierli di lì e portarli dove devono essere portati.
Succede un po’ come a quei due che d’estate, con le mogli e i figli in vacanza, passeggiavano in un caldo pomeriggio di luglio lungo una deserta Via Girardengo.
Ad un certo punto uno dei due dice all’amico:
“Fermati perché c’è una merda e stavi calpestandola”.
L’altro: “Ma nooo!, non è una merda è cioccolata”.
Il primo allora s’abbassa e ne prende una ditata. L’annusa e poi esclama: “No, no, questa è proprio merda!”.
L’altro fa lo stesso e risponde: “Ti sbagli, è cioccolata; puzza un po’ perché, ovviamente, s’è irrancidita”.
Allora il primo porta il dito sporco alla bocca e assaggia la sostanza.
Quindi esclama: “Ma cosa dici! Questa è merda!”.
Riprende l’amico, che assaggia anche lui, e risponde: “È sì, hai ragione tu, è proprio merda. Pensa un po’ se ci montavo sopra!”.
Naturalmente la storiella è da dire in novese, perché fa un altro effetto.
Beh, per l’amianto è la stessa cosa: toglietelo e piantatela lì!
Niente.
Si parte coi pareri del proprietario dell’impianto, tale Claudio Ricci e la risposta del gestore Garombo.
Dice il primo: “La conferma che le lastre ammucchiate ai margini della vecchia struttura ippica sia effettivamente amianto, mi è arrivata l’altro giorno con una comunicazione dell’Ufficio Ambiente del Comune. A novembre avevo partecipato alle operazioni di campionamento dei pannelli, effettuate dai tecnici dell’Arpa. Oggi le analisi indicano che il materiale presente non è certamente innocuo ed ho sempre sostenuto che si trattasse di amianto. Pertanto il Comune ha invitato il dottor Garombo a smaltirli e a bonificare il luogo, visto che la presenza di amianto è causa sua”.
Risponde Garombo: “Non ho mai fatto mistero della presenza di amianto all’ippodromo da me denunciata sia al Corpo Forestale che ai tecnici dell’Arpa. Insieme hanno effettuato i rilievi sull’intera area, dietro denuncia presentata nei miei confronti da Claudio Ricci. L‘amianto non è roba mia, ma della proprietà dell’ippodromo. Per quanto mi compete lo avevo già stoccato e messo in sicurezza. Sarà dunque Ricci a provvedere allo smaltimento, con tutti gli oneri che conseguono. So che non ne ha affatto l’intenzione e per questo ho affidato il caso ai miei legali. Ho portato via dal Romanengo solo ciò che mi appartiene per trasferirlo in un’altra area. Questo materiale, che è mio, mi servirà per poter lavorare e non c’è stata nessuna appropriazione indebita”.
Ti ghè rason, l’è proprio merda. Painsa un po’ s’ag muntaimo in sima!
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