Novi Ligure (AL) – Se andiamo a leggere i comunicati di vent’anni fa dell’associazione pendolari novesi, troveremmo scritte le stesse cose di oggi. I casi sono due o Trenitalia se ne frega dei vari comitati o associazioni che dir si voglia, o i comitati fanno finta o non sono capaci a far valere le proprie ragioni. Infatti la situazione in cui versa la categoria dei pendolari che devono prendere il treno per andare a lavorare peggiora di giorno in giorno. Sempre inferociti i pendolari novesi dopo il «giro di vite» delle Ferrovie, e relativa e vibrante lettera di denuncia all’assessore Cavanna in un teatrino dove il gioco delle parti, pur con protagonisti diversi, è sempre lo stesso. Io scrivo a te che mi prometti di scrivere all’altro che promette di provvedere e poi torna scrivere al primo. E così via. Ma i treni continuano a funzionare come funzionano. Per i pendolari la situazione preoccupa, sia per quanto concerne i ritardi, che per l’anticipazione di alcuni orari e per le troppe fermate che trasformano in un’odissea un viaggio pur breve come quello per Milano. Per i pendolari il treno in partenza da Novi alle 6,20 arriva sempre in ritardo (ma va?), almeno 10 minuti ogni mattina. Quanto al convoglio per Milano Certosa delle 6,34, l’orario è stato anticipato di 10 minuti con l’aggiunta di altre due fermate: Pontecurone e Lungavilla. Il treno dovrebbe arrivare a Milano Rogoredo alle 7,53, ma fino ad oggi non è mai giunto puntuale (davvero?). Nella prima settimana sono stati toccati i 40 minuti di ritardo. La domanda, come si suol dire, sorge spontanea: perché in tutti questi anni, quei sapientoni dei responsabili delle varie associazioni pendolari non hanno denunciato le Ferrovie con una Class Action? Troppo difficile? Basta muoversi e cercare, e si trova sempre qualcosa. Volendo.
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