(a.g.) – Non dovrebbero esserci dubbi: il suocero. La “s”, quando non è seguita (o preceduta) da consonante (lo psicologo, lo stranguglione, lo tsunami, lo srotolamento, lo sport, lo spread…), vuole l’articolo determinativo “il” (Il salice, il sentimento, il silenzio, il sospiro, il sussiego, il suocero, il suono). Mi è capitato però di andare a Piacenza e di parlare con un professore universitario di quella città, e di sentirgli dire: “Ha chiamato lo suocero”… Alla mia domanda del perché dicesse “lo suocero”, invece di “il suocero”, è stato il primo a sorprendersi. Tanto più che, poi, regolarmente, dice “il suicidio”, “il sussurro”, “il suadente”, “il suo”. Commentando la cosa, il mio amico mi ha detto che dire “lo suocero”, è normalissimo, in Emilia almeno, e non solo tra i “semicolti”. Succede insomma che persone colte, con una padronanza senz’altro rilevante della lingua, dicano “lo suocero”. Probabilmente il dubbio nasce dal fatto che al femminile si dice “la suocera”, ma bisogna tener conto che al femminile esiste solo un articolo determinativo “la”, mentre al maschile ne esistono due “il” e “lo”, per cui bisogna stare attenti. Noi cosa dobbiamo fare? Direi che sicuramente la forma giusta è “il suocero” e quella sbagliata è “lo suocero”. Per dipanare qualsiasi dubbio andiamo a vedere cosa sentenzia in proposito il sommo custode della lingua Italiana, l’Accademia della Crusca. Si legge in proposito: “La regola è chiara: con i nomi maschili (comuni o propri) inizianti con s- si usa “lo” solo se la lettera seguente è una consonante”. Quindi sempre e solo “il suocero” che dopo la “s” ha una vocale.
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