Non c’è solo la bella Anna Spada che ha vinto il concorso da ricercatrice ma anche la sorella pittrice che ha dipinto un ritratto di Alessandro Galante Garrone per l’Università di Alessandria. E il rettore Garbarino dov’era?
Alessandria – Salvatore Rizzello, il preside del Ministro Balduzzi alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università Avogadro di Alessandria, ma anche componente del comitato scientifico “Alessandria 2018”, meglio noto come “Piano Strategico”, il costosissimo quanto improduttivo gruppo di lavoro per gestire in rete le diverse componenti dell’alessandrino, presieduto dal sindaco Piercarlo Fabbio, con segretario Valerio Malvezzi recentemente “dimissionato” da Fabbio come “consulente personale”, è al centro di una bufera che rischia di travolgerlo. Infatti non c’è solo Anna Spada, la bella ricercatrice di 35 anni che viene dalla Puglia, che ha vinto il discusso concorso da ricercatrice in economia all’università di Alessandria, ma anche la sorella Sara, pittrice, a godere delle attenzioni del preside Rizzello. L’altrettanto bella Sara ha infatti dipinto per un compenso di 1.356 euro un ritratto ad acquaforte di Alessandro Galante Garrone e, guarda caso, la commissione che ha approvato il suo contratto era presieduta sempre da Salvatore Rizzello. Non bastava il contestato concorso che ha visto primeggiare la dottoressa Anna Spada, che si è laureata nella stessa università di Lecce dove si è laureato il preside Rizzello, ma ora anche la sorella minore Anna, che fa la pittrice, nell’aprile scorso ha ottenuto un incarico come collaborazione esterna nella stessa facoltà presieduta da Rizzello. Una coincidenza? Un po’ difficile dimostrarlo perché sembra proprio che il professor Rizzello che, fra l’altro, non è neppure laureato in giurisprudenza ma solo in filosofia e, nonostante ciò, è preside della facoltà di giurisprudenza, sembra avere un debole per le belle sorelle pugliesi, anche perché non si riesce a capire come sia stato possibile che, fra tanti pittori bravi della nostra zona, doveva proprio andare in Puglia a cercarne uno per dipingere il ritratto di Garrone. L’incarico a Sara Spada è stato quindi il prodromo all’altro incarico dato alla sorella Anna che ha vinto tra mille polemiche. Il suo è stato uno strano concorso, condotto da una commissione tutta meridionale con un presidente pugliese, Rizzello, un commissario di Reggio Calabria ed uno, il più nordico, di Urbino. Anna Spada ha conseguito il posto da ricercatrice a tempo indeterminato in Economia Politica alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università Avogadro di Alessandria senza faticare troppo, senza presentare pubblicazioni degne di nota, “forte” di un curriculum ridicolo. Immediata la levata di scudi degli altri concorrenti e la sollevazione popolare della folta schiera di studenti indignati, anche perché quello assegnato ad Anna Spada era l’ultimo posto a tempo indeterminato prima delle nuove regole della riforma Gelmini. Fra l’altro nel bando del concorso vinto da Anna Spada – che non prevedeva test scritti, ma una valutazione comparata dei titoli e un colloquio – c’era scritto che sarebbero stati presi in considerazione anche gli indici bibliometrici ma nel verbale, con cui la commissione ha spiegato i criteri di valutazione, gli indici sono magicamente scomparsi. Forse troppo imbarazzanti per consentire la promozione della bella Anna? A questo proposito il rettore Paolo Luciano Garbarino ha dichiarato che valuterà la legittimità formale dei verbali senza entrare nel merito. La valutazione del rettore riguarda anche quegli indici bibliometrici contemplati dal bando di concorso ignorati dalla commissione. Ma prima d’ora il rettore Garbarino dov’era? Se c’era, ha visto? E se ha visto, perché non si è preoccupato di verificare per tempo come sia stato possibile che nell’arco di sei mesi due sorelle di Lecce hanno avuto incarichi discutibili voluti dal preside Rizzello? C’era bisogno di un’inchiesta giornalistica e della protesta di studenti e ricercatori per destare l’attenzione del Rettore che, ci sia concesso, è sembrato essere per lo meno un po’ troppo distratto? La cosa grave di questo concorso è che, come sostengono molti studenti e anche qualche ricercatore, i criteri scelti per assegnare quel posto da ricercatore sono stati “cambiati in corsa” dalla commissione. Già questo fatto rappresenta un’anomalia, ma quel che più stupisce è leggere che si è voluta premiare l’originalità delle pubblicazioni (davvero poche) di quella candidata. Il preside Rizzello si difende: “Sta diventando un accanimento mediatico, tutto ciò è assurdo e pericoloso, a questo punto dovrò tutelare me stesso e la mia famiglia”. Noi al dottor Rizzello diciamo solo di stare tranquillo perché qui non siamo dalle sue parti.
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